Categoria: IL PUNTO

L’allarme carne contaminata a Gricignano d’Aversa è infondato. Ripetiamo: infondato!

L’incidente verificatosi presso lo stabilimento FrigoCaserta di Gricignano d’Aversa ha scatenato preoccupazioni nella popolazione, innescando la diffusione di assurdi falsi allarmi circa una presunta contaminazione della carne. Tuttavia, sia le autorità sanitarie che l’Arpa Campania hanno rassicurato: non esistono rischi per la salute pubblica.

Ecco una ricostruzione completa dei fatti per chiarire ogni dubbio.

L’episodio è avvenuto il 10 gennaio all’interno della FrigoCaserta, una struttura specializzata nella refrigerazione industriale. Durante la manutenzione di un serbatoio, si è verificata una fuga di ammoniaca che ha provocato una nube tossica. Purtroppo, l’incidente ha causato la morte di un giovane operaio, Patrizio Spasiano, di soli 19 anni. Secondo le ricostruzioni, Spasiano, insieme a tre colleghi, stava effettuando un intervento tecnico quando la sostanza si è improvvisamente dispersa nell’aria. Le operazioni di recupero del corpo, rallentate dall’elevata concentrazione di ammoniaca nell’ambiente, hanno richiesto diverse ore.

Le analisi condotte dall’Arpa Campania subito dopo l’evento hanno evidenziato che la dispersione della sostanza è rimasta confinata all’interno dell’area industriale. Le rilevazioni esterne hanno escluso livelli nocivi per persone o ambiente, confermando che non ci sono state conseguenze al di fuori del perimetro dello stabilimento.

Poche ore dopo l’incidente, un messaggio vocale diffuso tramite WhatsApp ha sollevato preoccupazioni tra i consumatori. Il messaggio, inviato da una fonte anonima, sosteneva che la carne conservata in depositi vicini all’area fosse stata contaminata dall’ammoniaca e successivamente distribuita in vari supermercati della zona.

Questo tipo di comunicazione, basata su informazioni non verificate e attribuite genericamente a “un amico”, segue uno schema già noto per creare allarmismo. Nonostante la mancanza di riscontri ufficiali, il messaggio ha generato confusione tra i cittadini, alimentando dubbi sulla sicurezza alimentare.

Le autorità competenti si sono affrettate a rassicurare la popolazione. L’Arpa Campania ha ribadito che l’incidente non ha comportato rischi per la salute pubblica. I rilevamenti effettuati nei giorni successivi non hanno registrato tracce di contaminazione esterna o valori preoccupanti di ammoniaca nell’aria o nei terreni circostanti.

Anche le catene di supermercati citate nel messaggio hanno negato ogni collegamento con l’episodio. Le società hanno chiarito che i propri prodotti non provengono da depositi situati nella zona di Gricignano. Nei comunicati ufficiali le aziende coinvolte hanno definito il messaggio completamente infondato e privo di qualsiasi evidenza. Tutti i marchi coinvolti hanno confermato la piena sicurezza dei loro prodotti.

Episodi come questo evidenziano i pericoli della disinformazione. I messaggi vocali o i post non verificati, diffusi tramite i social o applicazioni di messaggistica, possono avere un impatto significativo sulla percezione pubblica, causando panico ingiustificato e danni economici alle aziende coinvolte.

Invitiamo i cittadini aversani a non condividere informazioni non ufficiali e a fare riferimento esclusivamente a fonti affidabili, come comunicati istituzionali o dichiarazioni delle autorità sanitarie. È fondamentale mantenere un atteggiamento critico nei confronti di notizie non verificate, soprattutto in situazioni che riguardano la salute pubblica.

L’incidente alla FrigoCaserta, oltre a sollevare preoccupazioni sull’ambiente e la sicurezza alimentare, pone l’accento su un tema cruciale: le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. La tragica morte di Patrizio Spasiano ricorda l’importanza di adottare protocolli rigorosi per prevenire eventi simili.

Le indagini sull’accaduto sono tuttora in corso per accertare eventuali responsabilità e verificare il rispetto delle normative sulla sicurezza industriale. Nel frattempo, le istituzioni locali e regionali hanno ribadito l’impegno per garantire condizioni lavorative più sicure e un monitoraggio continuo delle strutture industriali.

Nonostante il clamore mediatico suscitato dall’incidente, i dati ufficiali confermano che non esistono rischi per la salute pubblica. Le rassicurazioni fornite dall’Arpa Campania e dalle aziende coinvolte dimostrano che l’allarme sulla carne contaminata è privo di fondamento.

Questo episodio sottolinea l’importanza di una comunicazione trasparente e tempestiva, sia da parte delle autorità che dei media, per contrastare la diffusione di notizie false e garantire un’informazione corretta ai cittadini. Solo attraverso un’attenzione costante alla sicurezza e una gestione responsabile delle informazioni si possono prevenire sia tragedie umane sia allarmismi ingiustificati, e noi sul tema della corretta informazione ci siamo sempre battuti e sempre continueremo a farlo.

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Dopo 21 anni don Peppe Diana ottiene giustizia

Anche se con un ritardo mostruoso la Giustizia arriva anche per don Peppe Diana: condannata la casa editrice dei quotidiani che pubblicarono articoli diffamatori

A distanza di oltre vent’anni, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso una sentenza storica, condannando la Libra Editrice, responsabile delle pubblicazioni dei quotidiani Cronache di Caserta e Cronache di Napoli, per diffamazione nei confronti di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso il 19 marzo 1994 nella sua parrocchia di Casal di Principe. La famiglia del prete anticamorra riceverà un risarcimento di 100 mila euro per un articolo diffamatorio pubblicato il 28 marzo 2003 dall’allora Corriere di Caserta. Nel testo, don Diana era stato accusato di essere “vicino alla camorra” e addirittura custode delle armi del clan dei Casalesi, accuse smentite dagli inquirenti.

Dopo la pubblicazione dell’articolo, i familiari del sacerdote, in particolare i genitori Iolanda Di Tella e Gennaro Diana (entrambi oggi deceduti) e i fratelli Emilio e Marisa, ne avevano immediatamente denunciato il contenuto. Tuttavia, il verdetto è arrivato solo ventuno anni dopo, mettendo in evidenza quanto la giustizia sia stata lenta nel riconoscere e condannare l’infamante tentativo di calunniare la memoria del sacerdote assassinato.
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Per gli aversani il 2024 è un anno da dimenticare

A fine anno facciamo un riepilogo (sicuramente incompleto) delle principali problematiche che hanno afflitto (e ancora affliggono) gli aversani. La crisi di Aversa nel 2024 si è ulteriormente acuita. La città è alle prese con un’impressionante serie di problemi amministrativi, sociali, ambientali, sanitari…

Questa molteplicità di difficoltà sta mettendo a dura prova la gestione amministrativa, la salute dei cittadini e la qualità della vita in generale. Dall’analisi degli articoli di Nero su Bianco pubblicati nel 2024 emerge un quadro preoccupante di inefficienza, continui conflitti e mancanza di trasparenza nella gestione della cosa pubblica.

Dalla gestione Golia a quella Matacena sembra davvero che poco o nulla sia cambiato. La gestione amministrativa della città continua a essere caratterizzata dalla poca coesione delle maggioranze. Continuano a verificarsi errori amministrativi che rischiano di far perdere finanziamenti importanti.

La gestione personalistica e irregolare della cosa pubblica da parte di qualche politico nel 2024 si è evidenziata in tutta la sua criticità. Questi problemi hanno più volte creato un clima di tensione all’interno del consiglio comunale. Inoltre, la città è afflitta da problemi ambientali gravi, come l’inquinamento dell’aria, la sporcizia nelle strade e la presenza di discariche abusive sul territorio. Continuiamo a essere la “Terra dei Fuochi”, una delle aree più inquinate d’Italia. (leggi l’intero articolo)

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Aversa, l’etimologia del nome ne nasconde la vera storia

Vogliamo parlare del nome di Aversa nell’inaugurare questa rubrica, perché l’etimologia del toponimo, anche a nostro parere, nasconde la vera storia della città. Troppo frettolosamente forse si è fatto derivare il nome di Aversa da adversa (avversa), spiegandolo con il fatto che la storia intorno all’anno Mille…

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