Categoria: Cronaca

Napoli e Caserta, le province con l’aspettativa di vita più bassa in Italia

CASERTA – Secondo un’analisi di Moneyfarm basata sui dati Istat di dicembre 2024, le regioni italiane con la maggiore concentrazione di centenari sono la Liguria (61 ogni 100mila abitanti), il Molise (58 su 100mila) e il Friuli Venezia Giulia (64 su 100mila). Tuttavia, quando si analizza la speranza di vita alla nascita, il quadro cambia: le aree del nord-est e del centro Italia risultano le più longeve, mentre alcune province del sud presentano dati più preoccupanti.

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Giugliano, 25 arresti per scambio elettorale politico-mafioso: in manette anche l’ex sindaco

Un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha svelato il presunto condizionamento della politica locale da parte del clan Mallardo. I carabinieri del ROS hanno eseguito 25 arresti, colpendo sia esponenti della criminalità organizzata che rappresentanti delle istituzioni. L’operazione ha portato anche al sequestro di beni per milioni di euro.

Secondo le accuse, il clan Mallardo – storica organizzazione camorristica affiliata all’Alleanza di Secondigliano – avrebbe influenzato la campagna elettorale per le elezioni comunali di Giugliano del 2020, condizionando il voto e gestendo accordi con candidati e amministratori. Oltre alle interferenze politiche, il clan si sarebbe occupato anche di dirimere controversie tra privati, rafforzando il proprio controllo sul territorio.

I reati contestati agli indagati sono particolarmente gravi e includono: associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e tentata estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, corruzione.

Tra i destinatari delle misure cautelari figura Antonio Poziello, ex sindaco di Giugliano. Poziello fu eletto nel 2015, ma venne successivamente sfiduciato. Nel 2020 si ripresentò alla guida di una coalizione, ma venne sconfitto dall’attuale primo cittadino, Nicola Pirozzi (PD). L’ex sindaco era già finito sotto inchiesta per presunte irregolarità nell’affidamento del servizio di raccolta rifiuti urbani: in quell’occasione, la Procura di Napoli Nord aveva chiesto per lui gli arresti domiciliari, richiesta poi respinta dal giudice.

L’operazione ha portato all’esecuzione di 20 arresti in carcere e 5 ai domiciliari. Tra gli indagati ci sono anche consiglieri comunali e alcuni esponenti di rilievo del clan Mallardo.

Oltre ai provvedimenti restrittivi, la DDA di Napoli ha disposto un sequestro patrimoniale di vasta portata. Sono stati congelati rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e società per un valore di milioni di euro. Parte di questi beni e delle risorse economiche sarebbero stati destinati alla “cassa comune” del clan, usata per sostenere affiliati detenuti e le loro famiglie.

L’inchiesta rappresenta un duro colpo per il clan Mallardo e apre scenari inquietanti sul condizionamento della politica locale da parte della criminalità organizzata.

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Importante azione antibracconaggio a Castel Volturno. Denunciato un bracconiere uccellatore

Riceviamo e pubblichiamo
Nella mattina di oggi Sabato 25 gennaio 2025 le guardie giurate del WWF – nucleo provinciale di Caserta hanno svolto un servizio antibracconaggio nel territorio del Comune di Castel Volturno.
In un terreno, con orto annesso, di pertinenza di una casa e’ stata individuata dalle Guardie WWF una micidiale rete verticale da uccellagione tipo Mist Nets (rete nebbia, micidiale perché cattura in maniera indiscriminata qualsiasi tipo di specie di avifauna). Ed infatti nella rete tra i vari animali morti vi erano una civetta, un merlo ed un lui’.
Quindi le guardie del WWF, accertato il reato, hanno composto subito il numero di emergenza dei Carabinieri Forestale , 1515.
Dopo poco tempo è arrivata la pattuglia dei carabinieri forestali sul posto.
Quindi è stato sequestrato tutto l’impianto di uccellaggione, la rete, la fauna ed è stato denunciato il bracconiere proprietario del terreno dove c’era la rete.
Si coglie l’occasione per ringraziare l’Arma dei Carabinieri, specialità Forestale.

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Due arresti con l’accusa di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso

Due uomini sono stati arrestati con l’accusa di usura ed estorsione, aggravata dal metodo mafioso, in un’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe. Gli arresti, avvenuti grazie all’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, hanno portato alla luce una fiorente attività di prestiti usurai che ha messo in difficoltà numerose vittime.

I due arrestati erano coinvolti in un giro di prestiti ad altissimi tassi di interesse, che arrivavano fino al 40% mensile. In base alle ricostruzioni, per un prestito di soli 500 euro, i due usurai avrebbero intascato più di 13.000 euro. Le vittime di questo racket erano principalmente imprenditori in difficoltà economiche e persone in gravi condizioni, costrette ad accettare prestiti per soddisfare le esigenze quotidiane.

Le indagini hanno avuto inizio dopo l’arresto di un altro membro del clan dei Casalesi che aveva stretti legami con i due indagati. La vicinanza degli arrestati alla camorra ha reso più semplice l’imposizione di prestiti e la successiva riscossione delle somme, tramite minacce e violenza. Secondo le dichiarazioni raccolte, alcune vittime avrebbero confermato le gravi minacce ricevute, che includevano anche atti di violenza per obbligarle a restituire il denaro.

Il quadro investigativo è stato supportato da attività di intercettazione e perquisizioni, che hanno portato al sequestro di un libro mastro dettagliato. In questo registro erano annotati tutti i prestiti erogati, le somme pagate e le richieste di pagamento. Il libro mastro ha fornito agli inquirenti elementi cruciali per ricostruire l’intero giro di usura e per confermare la condotta illecita dei due arrestati.

La complicità di una terza persona, la compagna di uno degli arrestati, anch’essa indagata, ha ulteriormente aggravato la posizione dei due. La vicinanza di questi ultimi ad un noto esponente del clan dei Casalesi ha accentuato il carattere mafioso dell’attività criminosa. In questo contesto, le vittime erano ben consapevoli della gravità delle conseguenze nel caso non avessero restituito le somme, rinforzando il legame tra usura ed estorsione, spesso alimentato da minacce di morte e atti intimidatori.

L’operazione ha dimostrato ancora una volta come la camorra continui a fare affidamento sull’usura come una delle sue principali fonti di reddito. I carabinieri hanno sottolineato l’importanza di contrastare questo fenomeno che coinvolge le fasce più vulnerabili della società, confermando l’efficacia delle indagini e il determinante ruolo delle forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità organizzata.

A margine della notizia va evidenziato che, purtroppo, le banche italiane, da tempo, sono accusate di prestare denaro solo a chi già dispone di risorse economiche, escludendo di fatto i cittadini e i commercianti in difficoltà.

Questo atteggiamento costringe molti a ricorrere agli usurai per fronteggiare le proprie necessità finanziarie. I prestiti a tassi esorbitanti, spesso legati a minacce e intimidazioni, non solo mettono in grave pericolo chi li riceve, ma alimentano anche il circuito della criminalità organizzata.

Il sistema bancario dovrebbe prendere atto di questa realtà e, con il sostegno dello Stato, intervenire per garantire l’accesso al credito a chi è in difficoltà momentanea, al fine di interrompere il legame tra usura e mafie e proteggere la società da questo cancro che è l’usura.

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