“Ci definiscono ‘ammazza-grandi’. Non sono d’accordo: siamo grandi. Una squadra a tre punti dal terzo posto è una big”. Inizia così l’intervista post gara di Salvatore Rossini, capitano della Evolution Green Aversa, dopo la sconfitta interna con la Tinet Prata di Pordenone. “Dobbiamo cambiare mentalità. Quando gli avversari si presentano ad Aversa, per noi deve essere imperativo vincere – continua lo storico libero di Modena, in Superlega.
Parole di un vero leader, che manda un messaggio forte e chiaro allo spogliatoio: la Virtus deve puntare in alto. La qualificazione ai play off, centrata matematicamente la settimana scorsa coi due punti ottenuti in quel di Fano, non deve saziare. Ci si gioca la promozione ad armi pari: è fondamentale questa consapevolezza.
Le riflessioni del capitano sono doverose, specie per una personalità come Totò, ma non devono distogliere l’attenzione da una serata magnifica, indimenticabile.
Nei primi due set la Virtus non scende in campo. Troppi errori in battuta, poca lucidità in attacco. Motzo è irriconoscibile, proprio di fronte all’unico opposto di categoria che minaccia di spodestarlo dalla vetta dei top scorer, Kristian Gamba. Lyutskanov soffre i servizi potentissimi del 32 della Tinet e quelli ben piazzati del regista friulano, Alessio Alberini (che sarà premiato come Mvp del match). Non c’è continuità e ha la meglio la tecnica: Prata si porta sullo 0-2 (18-25 il risultato di entrambi i parziali).
L’ingresso di Saar e Ambrose al posto di Gordan e Arasomwan cambia la musica. La Virtus rientra in gara e prova a rimetterla in piedi. Sul set point in battuta c’è Motzo, che firma l’ace: 25-23. Il quarto set comincia bene per i padroni di casa, spinti da un pubblico per il quale sono esauriti gli aggettivi. Nel finale il break col centrale neoentrato al servizio e l’allungo sulla capolista: finisce 25-21.
Aversa conduce il tie break fino all’undici pari. Poi l’unico errore costringe alla resa. Vince Prata all’ultimo respiro (12-15), ma la Virtus raccoglie risposte importanti: la capacità di rientrare in partita, di uscire dai momenti più bui. La consapevolezza, forse più importante, di godere del supporto di un’intera città, a cui il presidente Di Meo dedica il punto ottenuto. Che in questo modo ha tutt’altro sapore.
di Raffaele De Chiara