Aversa dice un no convinto al bullismo e si prepara ad entrare nel ristretto numero delle città d’Italia bullismo free. La “giornata mondiale contro il bullismo ed il cyberbullismo” è stata celebrata con un Consiglio comunale aperto che ha visto la partecipazione dei quattro istituti Comprensivi e del terzo Circolo Didattico, ma anche di diversi istituti secondari. Il Comune di Aversa è sceso il campo per debellare definitivamente dalle scuole normanne questa piaga che rappresenta una minaccia crescente non solo per gli adolescenti ma per tutti i giovani. Un appuntamento di grandissima importanza che ha visto in aula consiliare, ieri 7 febbraio 2024, il Sindaco di Aversa, Francesco Matacena, l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Alfonso Oliva, l’Assessore alle Politiche Sociali, Eufrasia Cannolicchio, l’Assessore allo Sport, Francesco Sagliocco, l’Assessore agli Affari Generali, Tania Barrella, e quasi tutti i Consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione, a dimostrazione che il tema è cruciale e supera ogni steccato politico. Importante anche la presenza del Consigliere regionale Salvatore Aversano. Una manifestazione organizzata di concerto con l’Unicef regionale, presieduto dalla nostra concittadina Emilia Narciso, che ha visto il diretto coinvolgimento dei ragazzi che hanno gridato all’unisono il loro no al bullismo, ma anche proposto all’Amministrazione passi concreti per sensibilizzare tutta la comunità aversana contro queste opprimenti forme di violenze. Ne è venuta fuori una giornata straordinaria, con un confronto tra amministratori e studenti mai visto prima, dimostrando l’eccellenza dei ragazzi, docenti e Dirigenti Scolastici, come ha sottolineato nel suo intervento il Consigliere comunale Francesco Di Virgilio che, in qualità di Presidente della Commissione consiliare Pubblica Istruzione, è stato l’organizzatore principale, mettendo insieme ente, scuole ed Unicef, lui che dal 2008 è stato segretario provinciale, prima, a Caserta e, poi, a Napoli dell’organizzazione che difende i diritti dei bambini e dei ragazzi in tutto il mondo. Una giornata indimenticabile con un ospite d’eccezione, il magistrato Catello Maresca, che ha catturato Michele Zagaria ed ha contribuito in maniera determinante alla lotta dello Stato contro il clan dei casalesi. Il monito di Catello Maresca, “dai bulli di oggi nascono i camorristi di domani”, ha dato tutto il senso dell’importanza della battaglia che deve essere condotta nelle scuole di Aversa e non solo contro ogni forma di bullismo.

L’organizzazione del Consiglio comunale aperto ad Aversa parte da lontano, dalla denuncia fatta dal consigliere comunale Luigi Dello Vicario, nella seduta del 29 novembre 2024, di un caso di bullismo verificatosi ai danni di una alunna di seconda media della “Cimarosa”. In quella stessa occasione Dello Vicario propose una seduta di Consiglio comunale aperto sul bullismo, ricevendo il via libera in maniera unanime da tutti i componenti. Da allora è partita la macchina organizzativa. Il Sindaco ha indirizzato ai Dirigenti scolastici degli istituti comunali una lettera-invito, non mancando di sottolineare “l’impegno costante delle scuole nel promuovere iniziative di sensibilizzazione sui delicatissimi temi del bullismo, del cyberbullismo e della violenza tra i giovani”, ma anche evidenziando la necessità “di un momento di confronto e di riflessione aperto a tutta la città ed alle istituzioni del territorio, rendendo protagonisti i ragazzi”. Un invito accolto da tutte le scuole comunali, ma anche diverse scuole secondarie hanno voluto partecipare a conferma dell’importanza dell’iniziativa.

Francesco Di Virgilio ha coinvolto l’Unicef, grazie anche alla grande disponibilità di Emilia Narciso, sempre pronta a scendere in campo per aiutare la sua città. Un contributo essenziale alla buona riuscita della manifestazione è venuto dall’intera Commissione consiliare alla Pubblica Istruzione, composta dal presidente Di Virgilio e da Federica Turco, Lucia Aversano, Nicla Virgilio ed Antonio Mottola. Ai lavori diverse volte ha partecipato, in sostituzione di Federica Turco, anche l’attivissima Federica Nicolò, molto sensibile all’argomento da Consigliera più giovane dell’intera assise comunale. La manifestazione ha avuto una grande eco anche nell’Agro aversano. Basti citare il caso della scuola media “Ungaretti” di Teverola diretta da Adele Caputo, che ha scelto di permettere a tutti gli studenti di seguire in streaming il Consiglio comunale aperto. Francesco Di Virgilio ha ringraziato la dirigente Caputo “per la sensibilità e l’attenzione dimostrate, con un gesto che va oltre la didattica, offrendo ai più giovani l’opportunità di comprendere da vicino le dinamiche istituzionali ed il funzionamento della cosa pubblica”. In tema di dirigenti scolastici, anche la loro presenza in Consiglio comunale dimostra la serietà con cui le scuole vogliono collaborare con il Comune. Erano presenti le dirigenti Carmen Del Vecchio della “De Curtis”, Margherita Diana della “Cimarosa”, Filomena Simonelli della “Pascoli”, Angela Sodano della “Parente”, mancava il solo Dirigente del Terzo Circolo Didattico perché impedito da gravi motivi familiari, ma sostituito dalla referente Clementina Lampitella. Abbiamo visto anche la Dirigente scolastica del “Conti”, Filomena di Grazia, e le tante referenti che accompagnavano i ragazzi.

Il Consiglio comunale aperto è iniziato con l’intervento del presidente Giovanni Innocenti, che ha portato ai presenti i saluti di tutti i componenti dell’assise e dell’Amministrazione comunale, ringraziando, in particolare, tutte le scuole intervenute, i dirigenti scolastici, i docenti ed i ragazzi. E’ stato, poi, il Sindaco a prendere la parola. Francesco Matacena, dopo aver dato il suo benvenuto ai presenti, ha detto:”Il tema di oggi è grave ed è particolare, a voi ragazzi sento di dire questo: quando si verificano atti di bullismo vi consiglio di parlarne subito con i genitori, con i vostri insegnanti, non vi isolate, non chiudetevi nel silenzio. Oggi molte volte si è figli unici ed il fatto di essere figli unici vi fa sentire meno protetti, la società è cambiata, la famiglia è cambiata, ma questo sta a significare che oggi è ancora più importante rafforzare il sentimento dell’amicizia, coinvolgete anche gli amici, parlatene. Ecco, da scuot vi mostro il saluto scout che vede il pollice sul mignolo e che sta a significare che il forte protegge il debole. Oggi dobbiamo essere uniti, adulti e ragazzi, guardando al futuro con coraggio, con fermezza, con determinazione ed a voi ragazzi dico sognate, sognate perché è bello e ponetevi obiettivi belli nella vita che vi auguro di raggiungere sempre. Grazie a tutti per essere qui”.

E’ seguito l’intervento di Luigi Dello Vicario, che ha parlato come proponente del Consiglio comunale aperto. “Ringrazio il Presidente del Consiglio, – ha detto – il Sindaco e tutti i Consiglieri per aver accolto la proposta di celebrare questa giornata con un Consiglio comunale aperto, che è una delle massime espressioni di democrazia partecipativa. Meritano un particolare ringraziamento la dott.ssa Emilia Narciso ed il consigliere Francesco Di Virgilio, che hanno curato nei dettagli l’organizzazione di questo evento. Il mio invito è di operare tutti insieme per arginare questo fenomeno dilagante nel nostro Paese ed in maniera sempre più crescente ad Aversa. L’appuntamento di oggi non sarà un episodio isolato, ma solo il preludio di un’azione costante che si concretizzerà in tanti progetti. Il primo sarà quello di istituire il Consiglio comunale dei ragazzi. Occorre che tutti diano una mano, le famiglie i Dirigenti scolastici, i docenti, i Consigli d’istituto, l’ente locale, le Associazioni, ed un ruolo fondamentale ritengo che lo debbano avere anche i collaboratori scolastici, che possono controllare con occhi vigili tutto quello che avviene fuori dalle aule e segnalare comportamenti anomali che possono essere stroncati sul nascere”. Dello Vicario ha, poi, citato la nuova legge in materia di prevenzione e di contrasto al bullismo ed al cyberbullismo, che modifica in più parti quella del 2017, non tralasciando l’applicazione di pene più severe anche per i genitori nei casi più gravi. Tre ragazzi hanno letto l’art. 1, l’art. 1 bis della legge e la definizione di bullismo.
Successivamente è arrivato il momento delle scuole. L’introduzione dell’Unicef è stata affidata alla piccola Vittoria Mincione. “Caro Sindaco, cari Consiglieri, cari tutti – ha detto. Buongiorno e grazie per aver pensato ad una giornata solo per NOI e su un tema così importante. SENZA PREGIUDIZIO, è bello comprendere il bisogno di aiuto dei giovani, sia del bullo che della vittima. La realtà del bullismo non può essere trascurata e siamo felici che abbia convocato un Consiglio comunale solo su questo tema e soprattutto per averci voluto PROTAGONISTI. È necessario partire dalle scuole, è necessario ascoltare i giovani, è necessario dialogare con NOI. Noi ragazzi frequentiamo, VIVIAMO la scuola e le scuole hanno bisogno di tutta la comunità. Voi tutti avete ricevuto il nostro cuore ed è a voi che ora chiediamo di ascoltarci con cuore aperto, con cuore nuovo, con il cuore accanto ai genitori che vedono soffrire i figli giovanissimi, accanto alla solitudine dei ragazzi colpiti da offese e derisioni. Ci siamo preparati a questo incontro e ci siamo TUTTI, TUTTE le scuole di Aversa, circoli, Istituti Comprensivi e anche due scuole superiori. A voi raccontiamo il lavoro quotidiano delle nostre scuole e con voi vogliamo lavorare per una città che sappia rispettare ogni bambino. Grazie all’UNICEF che ci ha aiutato a preparare questo momento così ALTO e istituzionale”.
La scena è, quindi, passata ai piccoli del Terzo Circolo didattico, tenerissimi a porgere ad ogni Consigliere comunale presente, al Sindaco, agli Assessori, a Maresca una margherita di carta ed ognuno ha letto una frase contro il bullismo. Un momento molto bello.
Molto bello anche l’intervento di Mayla, 9 anni, che frequenta la IV sezione A del Terzo Circolo Didattico “Stefanile”: ha parlato a nome dei più piccoli, gridando “stop al bullismo, viva il gioco”. “Caro Sindaco, Cari tutti – ha detto. Siamo partiti da qui, ricordate? La MARGHERITA è stata il simbolo dell’ultima manifestazione in piazza che ha visto tutte le scuole di Aversa insieme. Sì sì TUTTI insieme, perché è così che si fanno le cose INSIEME. Siamo emozionati, siamo in una stanza importante, ce l’ha spiegato l’UNICEF, dove si prendono decisioni importanti. Il BULLISMO e il CYBERBULLISMO riguardano anche noi piccoli e avete fatto bene, BRAVI, a volerci qui con voi. Noi siamo piccoli, abbiamo 9/10 anni, per coltivare cose belle abbiamo bisogno dei nostri amici più grandi delle medie, ma anche di voi tutti adulti. E di tanti momenti belli da vivere insieme nella nostra città. Questi momenti ci fanno capire che per la nostra città siamo importanti e ci spingono a diventare persone migliori. Noi bambini del terzo circolo, abbiamo più volte parlato del diritto al gioco, il gioco è una cosa importante che ci aiuta a capire le regole e il rispetto per gli altri. A Maggio, caro Sindaco, vogliamo la giornata del Gioco. Ci potete accontentare? Cosa c’entra la giornata del gioco con il bullismo? C’entra c’entra! Come pensate che si insegnano le cose ai bambini? parlando con il linguaggio degli adulti? E chi vi capirebbe! E come ci volete distrarre dai cellulari? Dicendolo semplicemente spegnilo? E poi che facciamo? E allora, costruiamo la nostra città amica dei bambini e diciamo STOP AL BULLISMO, viva il GIOCO, viva il RISPETTO viva la CITTÀ che parla ai bambini. Oggi ci sediamo ad ascoltare insieme a voi i nostri amici più grandi!”.

E’ seguito l’intervento della “Cimarosa”. “Sappiamo tutti, lo sappiamo bene, che il bullismo non è solo quello di cui sentiamo parlare solitamente a scuola, nelle notizie in tv, o ancor di più sugli smartphone che oramai sono parte del nostro quotidiano. Il bullismo è molto di più, ha un’indole più oscura di quanto possiamo immaginare. Il bullo, (o un gruppo di bulli) è colui che è senza scrupoli, senza pietà, senza freni. È persistente, non si stanca, le sue azioni sono talmente irrefrenabili e continue che quasi si dimentica che è un animo assai frustrato, insoddisfatto. Si parla tanto e si affronta molto questa tematica, ma tante parole hanno risolto qualcosa? Noi pensiamo di no. La domanda che ci è sorta subito spontanea è d’altronde la più sintetica: “perché?”. Perché ci sembra che tutti siano tanto interessati quanto indifferenti? Perché il silenzio continua ad uccidere? È allora forse il mondo degli adulti che non dà una mano? Lo vediamo negli episodi più semplici: “Mamma mi ha consigliato di uscire, di vivere il mondo reale, di poterlo vedere dal vivo e non tramite uno schermo. Mi ha detto di fare nuove amicizie, di conoscere nuove persone perché lei dice che è così bello stare in compagnia. Per vederla sorridere quindi esco, per poi ritrovarmi nella stessa situazione che continua da tanto. Lei cosa ne può sapere che un gruppo di ragazzini è lì pronto a screditarmi e offendermi se mi scappa un sorriso di più? Lei cosa ne sa che i miei amici si sono allontanati da me perché non mi piacevano le loro battute sul mio aspetto fisico? Mamma in effetti ancora non lo sa, non sa che il mondo là fuori mi fa paura e sembra all’oscuro di ciò, e a dirla tutta, neanche a scuola si accorgono che pian piano il mio compagno di banco sta spegnendo la mia luce, e anche quegli altri dietro di me che lo assecondano”. Questa potrebbe essere l’angosciante storia di un nostro coetaneo. D’altro canto questo sì, può essere un buon esempio per domandarci: tu adulto, dove sei? Perché non mi ascolti? Perché non mi dai una mano? Dove sei? lo cerco di non nascondermi, ma insieme cerchiamo di mutare lo stesso silenzio, facendo sentire che non sono solo e che posso chiedere aiuto”. Una lettera-verità accolta con un grande applauso da tutti i presenti.
E’ arrivato, poi, il momento della “Pascoli”. “Siamo studenti dell’Istituto Comprensivo Giovanni Pascoli di Aversa. Il nostro obiettivo oggi è quello di sensibilizzare e proporre riflessioni, nonché azioni concrete per affrontare insieme un tema che tocca profondamente la nostra società: il bullismo e il cyberbullismo. Questi fenomeni, purtroppo sempre più diffusi, colpiscono in modo particolare noi giovani e lasciano segni profondi e duraturi, sia fisici che psicologici. Abbiamo letto tante statistiche. Sappiamo che in Italia uno studente su tre è vittima di bullismo, che il 15% dei ragazzi è stato vittima di cyberbullismo, ma quanti di voi, politici, dirigenti scolastici, amministratori locali, sanno veramente che cosa sta accadendo qui, nella nostra città. Siamo sicuri che la nostra città lo senta come un problema reale, che voglia davvero affrontarlo con soluzioni mirate, che vada oltre la semplice denuncia pubblica? E’ necessario ascoltare le storie, le voci di chi è vittima del bullismo e dare più valore alle loro testimonianze perché è da li che nasce il cambiamento. Quando un ragazzo racconta, non parla solo dei fatti che accadono tra i banchi di scuola o sui social, parla di ciò che prova: della solitudine, della paura, del non sentirsi mai abbastanza. La nostra voce, anche se a volte viene ignorata, è l’unica che può davvero sensibilizzare e, se ascoltata, può accendere quella scintilla che porta a soluzioni concrete. Non sono solo numeri quelli che vi raccontiamo, sono esperienze, sono emozioni che non possiamo più tenere dentro. È il momento che la politica locale si faccia carico di questo tema. Non basta più parlare di bullismo in termini generali, è ora di mettere in campo azioni concrete: percorsi di ascolto nelle scuole, sensibilizzazione delle famiglie, maggiore controllo sulle piattaforme social che usiamo tutti i giorni. La comunità deve sentire che è responsabile anche del nostro benessere, della nostra crescita. Il bullismo e il Cyberbullismo non sono fenomeni da relegare a statistiche fredde, sono realtà che ci colpiscono tutti i giorni, in modo diretto o indiretto e finché non ci ascolterete, finché non vi preoccuperete di più di noi, le cose non cambieranno. Vi chiediamo solo una cosa: non rimanete indifferenti, ascoltateci davvero, così, insieme, potremo costruire un futuro migliore. “Il bullismo è un’ombra che si nutre della paura e del silenzio. Più lo si ignora, più si allunga. Ma basta un raggio di coraggio, una voce che dice “BASTA”, una mano tesa verso chi soffre per spezzarne il dominio”. Parole che hanno toccato il cuore dei presenti.

Alta l’attenzione dell’aula anche quando sono intervenuti i ragazzi della “De Curtis”: “Buongiorno signor Sindaco, buongiorno Consiglieri, Dirigenti, buongiorno a tutti gli intervenuti a questo Consiglio comunale aperto alle ragazze e ai ragazzi della nostra città. Siamo una rappresentanza degli studenti dell’Istituto comprensivo “Antonio De Curtis” e siamo onorati di partecipare a questa discussione sul tema del bullismo, una vera e propria piaga che tutti insieme dobbiamo denunciare. Noi ragazzi siamo preoccupati. Siamo preoccupati per la violenza che si riversa nelle nostre strade; ogni week-end siamo testimoni di atti di bullismo nei confronti di nostri coetanei ad opera di ragazzi della nostra età o poco più grandi di noi. Eppure sono continui gli insegnamenti che riceviamo dalla scuola, così come dalle nostre famiglie, ma sembra che tutto questo non basti. Che cosa non funziona? Forse manca il buon esempio da parte di voi adulti? Quante volte assistiamo anche in tv e sui social a liti, urla, persino in contesti in cui non dovrebbe mancare la diplomazia, proprio come questo in cui ci troviamo! Qui, nel luogo che più di tutti rappresenta la nostra comunità, noi per primi ci impegniamo a rispettare gli altri, promettiamo che alla logica della prevaricazione sostituiremo quella dell’ascolto e della comprensione, ma allo stesso tempo chiediamo a voi adulti che guidate questa città di dare il buon esempio con parole gentili e fatti concreti. Vi chiediamo strade più sicure e sorvegliate per stare tranquilli quando usciamo con i nostri compagni. Vi chiediamo l’apertura di luoghi pubblici in cui poterci incontrare in sicurezza, luoghi che siano un’alternativa ai locali dove si somministra alcol anche agli adolescenti. Vi chiediamo ancora parchi in buone condizioni, con giochi che la nostra creatività possano coltivare, perché tutti insieme questa città dobbiamo risollevare. Ci auguriamo che questo nostro intervento non sia considerato solo come parole al vento. Impegniamoci per cambiare, la violenza è una piaga che tutti insieme dobbiamo debellare!”.
I ragazzi della “Parente” hanno preparato un discorso metaforico: “Il Giardino e la Tempesta”. Due alunni, uno che interpreta l’ex bullo, l’altro la vittima di bullismo, si guardano per un momento in silenzio prima di iniziare a parlare. L’ex Bullo: “C’era una volta un giardino. Un giardino bello, pieno di fiori colorati, con piante che crescevano forti, ognuna diversa dall’altra. Ma un giorno arrivò una tempesta. Io ero quella tempesta. Pensavo che spezzare i rami degli alberi, calpestare i fiori e far cadere le foglie mi avrebbe reso più forte. Guardavo quel giardino e ridevo mentre i petali volavano via nel vento. Ma non mi accorgevo di una cosa: più il giardino soffriva, più diventavo vuoto dentro”. Il ragazzo Bullizzato: “Io ero quel giardino. Ogni parola pesante era come un vento forte che scuoteva i miei rami. Ogni spinta, ogni sguardo pieno di disprezzo era un fulmine che bruciava le mie radici. Mi sentivo sempre più piccolo, come se non avessi più spazio per crescere. Ma poi ho capito che anche dopo la tempesta, il sole può tornare a splendere. Che anche i fiori più calpestati possono rifiorire. E sai una cosa? Non l’ho fatto da solo. Sono stati gli amici, gli insegnanti, e anche il coraggio dentro di me a dirmi che valevo molto più di quelle tempeste”. L’ex Bullo: “Ho guardato indietro e ho visto il deserto che avevo lasciato dietro di me. Credevo di essere forte, ma mi sono accorto di essere solo una nube che passava, mentre quel giardino – tu – avevi radici più profonde di quanto immaginassi. Quel giorno ho capito che si può essere vento in due modi: si può distruggere o si può aiutare i semi a volare e far nascere nuovi fiori. Io ho scelto di cambiare. Ho scelto di aiutare invece di distruggere”. Il ragazzo Bullizzato: “E io ho scelto di perdonare. Non perché sia stato facile, ma perché portare rancore è come annaffiare con veleno le mie stesse radici. Ora camminiamo insieme in questo giardino. Io non ho più paura delle tempeste, e tu hai imparato a essere una brezza che porta nuova vita invece di distruggere. Perché alla fine, non importa quanti fiori perdiamo per strada. Ciò che conta è che impariamo sempre a rifiorire”. Un terzo alunno, interpretando il ruolo di uno psicologo: “Ascoltando la vostra storia, mi viene in mente una cosa importante: ognuno di noi è come un giardino. Cresciamo, cambiamo, affrontiamo tempeste. Alcuni giorni siamo fiori, altri giorni siamo vento. E a volte, senza nemmeno accorgercene, possiamo diventare tempeste per gli altri. Ma sapete qual è la buona notizia? Le tempeste non durano per sempre. I giardini possono sempre rifiorire. E anche il vento può imparare ad essere una brezza leggera, che aiuta invece di distruggere. Nel vostro racconto ci sono due grandi lezioni. La prima: Chi subisce il bullismo non è solo. Anche quando si sente piccolo e fragile, ha radici forti e può trovare persone pronte ad aiutarlo. La seconda: Chi ha sbagliato può cambiare. Può imparare a usare la propria forza in modo positivo. Quindi vi chiedo: cosa vogliamo essere domani? Un vento che abbatte o una brezza che aiuta? Un giardino ferito o un prato che accoglie tutti? La scelta è nostra. E oggi, voi due avete dimostrato che il cambiamento è possibile. Bisogna imparare a saper disinnescare, a non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi lo trovo saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due riesce a fare un passo indietro… E invece sta un passo avanti…”. Applausi meritatissimi.
La parola è, infine, passata ai ragazzi “grandi”. Gli studenti dell’ITS “Andreozzi” hanno incentrato il loro intervento sull’importanza delle buone azioni. I ragazzi dello scientifico “Fermi” hanno presentato il loro “calendario della gentilezza: ogni giorno con noi”. Gli studenti del Isiss “Conti” hanno relazionato sul tema “comprendere e combattere”.
L’intervento di Catello Maresca è stato un altro significativo momento di questa storica giornata. Il magistrato, che ha lottato contro la camorra senza paura e che è sotto scorta dal 2008, è entrato subito in argomento, complimentandosi con il Sindaco e con tutti i Consiglieri “perché non è cosa comune quello che avete fatto, dedicando una giornata ai problemi dei ragazzi”. “Il bullismo è sempre esistito – ha detto Maresca – anche quando noi eravamo ragazzi e andando indietro con la memoria ricordo dei fatti a scuola anche particolarmente pesanti. Però, forse, noi non ci rendevamo nemmeno conto di cosa fosse e cosa stesse accadendo. In qualche caso avevamo la fortuna di essere aiutati e di avere anche il coraggio di chiedere aiuto, in qualche altro caso no. Poi sono arrivati i telefonini, i social, la rete che ha amplificato molto la pericolosità di questi atteggiamenti ed il legislatore piano piano è intervenuto, purtroppo come spesso accade per effetto di alcune tragedie. E oggi la grande, fondamentale risposta, la forza più grande che possa esistere contro questo fenomeno siete voi, questa è la vostra battaglia, che inizia tra i banchi, perché spesso il bullismo è l’anticamera di una violenza più forte, di una violenza più penetrante, i bulli poi fanno i camorristi da queste parti, il passaggio è brevissimo. L’adozione di un modello parte per voi da questa età, un modello che poi ognuno si porta dietro per sempre. Perciò anche a voi dico: dovete scegliere da che parte stare e lottare contro i modelli negativi. Io ho avuto come modello Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ho avuto la fortuna di seguirli, sono stati, infatti, dei maestri di vita. Borsellino quarant’anni fa diceva una cosa straordinaria, parlando di modelli negativi e di che cosa era diventata la Sicilia, ma lo potremmo dire tale e quale per la Campania: “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Pensate. non c’erano i social e lui già aveva capito che era una questione di consenso. Perciò vi dico scegliete oggi quale deve essere il vostro modello“. Appena Maresca ha concluso, ha preso poi la parola il Sindaco dicendo: “Voi ragazzi non sapete probabilmente la storia di Catello Maresca. Sapete chi è? E’ una persona che ha dimostrato nella sua vita di avere coraggio. E’ una persona che nonostante sapesse che lo potevano ammazzare è andato avanti, ha combattuto nel nostro territorio e ci ha liberato, insieme a tanti altri colleghi, da un fenomeno dilagante, che ha assediato per decenni questa nostra comunità. Perciò lo ringrazio. Ringrazio di vero cuore Catello Maresca e con lui tutte le istituzioni e le forze dell’ordine (mentre tutti all’impiedi applaudivano). Ragazzi, ricordatevi di questa giornata ed al bivio scegliete sempre la strada della correttezza, del rispetto, della legalità”. Dopodiché è intervenuto il Consigliere regionale Salvatore Aversano che ha sottolineato “la grande responsabilità che hanno gli adulti nel percepire i primi segni di disagio mostrati dagli adolescenti”, complimentandosi con i ragazzi per la loro capacità di fare all’Amministrazione comunale proposte concrete per cercare di arginare il fenomeno del bullismo.

L’Osservatorio sul Bullismo anche per il 2025 presenta dati allarmanti: il bullismo lascia segni profondi nella salute mentale dei giovani. Ansia, isolamento, perdita di autostima sono solo alcune delle conseguenze che possono compromettere il benessere degli studenti. E’ fondamentale che le istituzioni scolastiche e le politiche pubbliche riconoscano la loro salute mentale come una priorità, garantendo sportelli di ascolto accessibili, educazione emotiva e supporto costante. I ragazzi delle scuole di Aversa hanno fatto diverse proposte: l’istituzione della giornata del gioco, l’istituzione del Consiglio dei ragazzi, l’istituzione di uno sportello d’ascolto per le vittime di bullismo e cyberbullismo.

A chiudere il Consiglio comunale aperto è stato l’intervento del consigliere comunale Francesco Di Virgilio. “Ho presentato una proposta per la costituzione di un Comitato Scientifico dedicato allo studio e al contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo – ci ha dichiarato. Il Comitato avrà il compito di analizzare l’evoluzione di questi fenomeni, proporre soluzioni efficaci e supportare le politiche di prevenzione sul territorio. L’obiettivo è creare un coordinamento tra esperti, scuole, famiglie e istituzioni, affinché si possa intervenire in modo tempestivo e strutturato per proteggere i più giovani e sensibilizzare l’intera comunità su questa problematica”. Di Virgilio pensa ad un Comitato Scientifico che veda al suo interno psicologi dell’età evolutiva, pedagogisti ed esperti di di educazione, sociologi, giuristi ed esperti di diritto minorile, rappresentanti di forze dell’ordine (Polizia Postale, in particolare), esperti di sicurezza informatica, medici e neuropsichiatri infantili, comunicatori. Già nelle prossime sedute della Commissione consiliare Pubblica Istruzione saranno stabiliti modi, tempi e figure professionali da individuare. Aversa volta pagina contro il bullismo e passa decisamente all’azione. Cronaca meritata di una storica giornata.
di Nicola De Chiara