CASERTA – Secondo un’analisi di Moneyfarm basata sui dati Istat di dicembre 2024, le regioni italiane con la maggiore concentrazione di centenari sono la Liguria (61 ogni 100mila abitanti), il Molise (58 su 100mila) e il Friuli Venezia Giulia (64 su 100mila). Tuttavia, quando si analizza la speranza di vita alla nascita, il quadro cambia: le aree del nord-est e del centro Italia risultano le più longeve, mentre alcune province del sud presentano dati più preoccupanti.
I bambini che nascono con le migliori prospettive di vita si trovano in provincia di Firenze, dove l’aspettativa è di 82,8 anni. Seguono diverse zone del centro-nord, tra cui Monza, Rimini, Prato e Lecco. Al contrario, le province con i valori più bassi sono Enna, Nuoro, Crotone, Napoli e Caserta, dove la speranza di vita alla nascita si ferma a 79 anni, il dato più critico del Paese.
Per quanto riguarda le differenze di genere, i dati evidenziano che le donne hanno un vantaggio rispetto agli uomini, con un’aspettativa di vita alla nascita mediamente superiore di quattro anni. Le bambine più fortunate nascono in provincia di Trento, con una speranza di vita di 86,9 anni, seguite da quelle di Prato, Rimini, Firenze e Monza. Invece, le province con i valori più bassi per le donne sono Agrigento, Siracusa, Enna, Napoli e Caserta. Quest’ultima registra un’aspettativa di vita femminile alla nascita pari a 83,2 anni, il valore più basso a livello nazionale.
Tuttavia, il quadro cambia se si considerano le aspettative di vita in età avanzata. Con l’avanzare degli anni, la speranza di vita tende ad aumentare, e l’attesa di vita a 64 anni, cioè all’età media di pensionamento, raggiunge gli 88,8 anni per le donne di Trento e gli 85,4 per i pensionati di Rimini.
All’opposto, le neopensionate con la minore longevità risiedono in alcune province di Sicilia e Campania, con Napoli all’ultimo posto (85,7 anni). Per gli uomini, invece, la situazione peggiore si registra a Caserta, dove l’aspettativa di vita a 64 anni è di soli 82,8 anni, circa due anni e mezzo in meno rispetto ai coetanei riminesi.
di Mariano Scuotri