Aversa continua a fare i conti con un preoccupante aumento di episodi di microcriminalità, che vedono come protagonisti atti di vandalismo e furti di autovetture. L’ultimo caso risale a sabato sera, quando un’auto in sosta in via San Biagio è stata colpita da un barattolo di pesto lanciato dal finestrino di un’altra vettura in movimento.
Il parabrezza dell’auto ha resistito all’impatto, ma la parte anteriore del veicolo ha riportato danni significativi. Il proprietario, dopo aver constatato i danni, ha presentato denuncia alle autorità competenti. Un’amica della vittima ha espresso sconcerto per l’accaduto, sottolineando come si tratti di un gesto vandalico privo di apparente motivazione, considerato che l’auto apparteneva a persone provenienti da fuori città.
Purtroppo, questo non è un caso isolato. Nella stessa mattinata, una Jeep Avenger parcheggiata in via Donizetti è stata presa di mira da malviventi, che hanno frantumato il finestrino anteriore per accedere all’interno e rubare oggetti di valore. Questi episodi si inseriscono in un contesto più ampio di illegalità, che ha spinto le forze dell’ordine a intensificare le indagini.
Proprio in questo quadro, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Aversa, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli Nord.
Il provvedimento, datato 22 gennaio 2025, ha disposto gli arresti domiciliari per tre individui di nazionalità italiana, di età compresa tra i 25 e i 53 anni, gravemente indiziati di aver commesso numerosi furti di auto nel territorio di Napoli Nord. Le indagini, avviate a febbraio 2024, hanno portato alla luce un’organizzazione criminale specializzata nel furto di veicoli, spesso dotati di sofisticati sistemi di antifurto, disattivati con abilità dai malviventi.
Le attività investigative si sono avvalse di tecniche avanzate, come il tracciamento GPS e l’intercettazione di comunicazioni, oltre alle numerose denunce presentate dalle vittime. Questi elementi hanno permesso di ricostruire un quadro indiziario solido, culminato nell’adozione di misure restrittive per i sospetti. Uno di essi, già sottoposto al regime di semilibertà, ha visto revocata la misura alternativa dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, a seguito delle prove emerse durante le indagini.
L’operato dei Carabinieri, supportato dalla Procura, ha dimostrato efficacia nel contrastare una piaga criminale particolarmente radicata nel territorio aversano e napoletano. La rapidità e la meticolosità delle indagini hanno permesso di dare una risposta concreta a un fenomeno che, purtroppo, continua a destare preoccupazione tra i cittadini. Resta da vedere se queste azioni riusciranno a ridurre significativamente il numero di reati, ripristinando un clima di sicurezza nella zona.
di Giuseppe CRISTIANO