Negli ultimi anni, anche nella città di Aversa, sta emergendo un fenomeno che merita attenzione: quello degli Hikikomori. Questo termine, di origine giapponese, descrive quei giovani, spesso adolescenti, che decidono di isolarsi completamente dalla vita sociale. Chiusi nelle loro stanze, interrompono quasi del tutto i contatti con il mondo esterno, inclusi amici e familiari.
Ma cosa spinge un ragazzo o una ragazza a scegliere l’isolamento? Le ragioni possono essere molteplici e complesse. In alcuni casi, ci sono forti pressioni scolastiche o familiari che rendono difficile affrontare le aspettative che il mondo esterno impone. A volte, dietro questa chiusura ci sono episodi di bullismo, che lasciano ferite profonde e portano a evitare qualsiasi situazione sociale. Non mancano, inoltre, le influenze negative della tecnologia: internet, videogiochi e social network, se usati come rifugio, possono diventare un’alternativa al mondo reale, più semplice e meno spaventosa.
Gli Hikikomori spesso trascorrono le giornate soli, chiusi nella propria stanza, attaccati al cellulare, navigando online o immergendosi nei videogiochi. Questo comportamento può iniziare gradualmente, con un rifiuto della scuola o una tendenza a evitare gli amici, fino a trasformarsi in un isolamento prolungato. In molti casi, i genitori si accorgono tardi della gravità del problema, scambiando i primi segnali per una semplice ribellione adolescenziale o un periodo passeggero.
Affrontare questa situazione richiede pazienza, comprensione e un intervento mirato. Forzare un Hikikomori a uscire o a riprendere le attività sociali può essere controproducente. È molto più utile creare un ambiente sicuro, dove il ragazzo o la ragazza si senta ascoltato e accolto senza giudizi. Spesso, il supporto psicologico è essenziale per accompagnare questi giovani in un percorso di graduale ritorno alla socialità.
Anche ad Aversa, il fenomeno si sta espandendo, ma fortunatamente esistono risorse per chiunque abbia bisogno di aiuto.
Gli adolescenti che si riconoscono in questa situazione, o i genitori preoccupati per il comportamento di un figlio, possono rivolgersi all’Unità Operativa di Salute Mentale del Distretto 17/19, diretta dal Dr. Emilio Filetti. La sede è in Viale Europa n. 6 ad Aversa, si può anche contattare il servizio al numero 081.502.09.87. Qui ci sono validi professionisti pronti a offrire supporto e ascolto a chiunque ne abbia bisogno..
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma il primo passo verso una soluzione. Bisogna aiutare i nostri giovani a ritrovare fiducia in sé stessi e nel mondo che li circonda.
di Giuseppe CRISTIANO