I dati raccolti dalla rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, gestita dall’Arpa, hanno messo in evidenza una preoccupante escalation delle concentrazioni di polveri sottili (PM10) negli ultimi giorni del 2024 e nelle prime ore del 2025.
Le misurazioni, effettuate da oltre 40 centraline distribuite sul territorio regionale, hanno evidenziato ripetuti superamenti del limite giornaliero consentito, con particolare incidenza nell’agglomerato urbano che comprende Napoli e Caserta.
I dati più alti sono stati rilevati proprio dalla centralina ubicata presso il Liceo Classico Domenico Cirillo di Aversa.
Il monitoraggio ha registrato un incremento graduale dei livelli di PM10 a partire dal 29 dicembre, concentrandosi inizialmente nelle aree più densamente popolate del comprensorio Napoli-Caserta. Il fenomeno si è intensificato il giorno successivo, coinvolgendo anche le stazioni situate in aree costiere e collinari.
La situazione ha raggiunto il culmine tra il 31 dicembre e il primo gennaio, quando quasi tutte le centraline della regione hanno rilevato livelli oltre la soglia di 50 microgrammi per metro cubo, fissata come limite massimo giornaliero dalla normativa europea.
Le concentrazioni orarie di PM10 hanno mostrato un picco evidente nelle prime ore del nuovo anno, un andamento già osservato negli anni precedenti e attribuibile ai tradizionali festeggiamenti di Capodanno. L’uso massiccio di fuochi d’artificio, insieme alle attività connesse ai festeggiamenti, contribuisce in modo significativo all’aumento delle polveri sottili, aggravando una situazione già resa critica da altri fattori ambientali.
Il ristagno degli inquinanti è stato favorito dalla presenza di un’area di alta pressione che ha interessato la Campania negli ultimi giorni dell’anno. Questo fenomeno ha determinato una scarsa ventilazione, impedendo la dispersione degli inquinanti e favorendone l’accumulo negli strati bassi dell’atmosfera.
La qualità dell’aria in Campania, e in particolare nell’area metropolitana di Napoli e Caserta, con la città di Aversa quasi sempre ai primi posti della classifica, è da anni motivo di preoccupazione. I dati relativi alle polveri sottili mostrano regolarmente il superamento del limite massimo consentito in diverse stazioni di rilevamento, spesso già nei primi mesi dell’anno. La normativa europea prevede un massimo di 35 giorni annui di sforamento, ma in molte località della regione questo limite viene superato con largo anticipo.
Le polveri sottili rappresentano una delle principali minacce per la salute pubblica, essendo in grado di penetrare nel sistema respiratorio e provocare gravi effetti a lungo termine, soprattutto in soggetti vulnerabili come anziani, bambini e persone con patologie preesistenti.
Affrontare questa emergenza richiede interventi strutturali a livello cittadino, regionale e nazionale. Ridurre l’impatto delle emissioni richiede un approccio integrato, che includa politiche di mobilità sostenibile, il potenziamento del trasporto pubblico, l’adozione di tecnologie più pulite nei settori industriale e domestico e campagne di sensibilizzazione sui danni causati dai fuochi d’artificio.
La questione dell’inquinamento atmosferico ad Aversa rimane un problema complesso, che richiede un impegno continuo da parte del Comune, delle varie istituzioni coinvolte e della cittadinanza aversana. La sfida non riguarda solo il rispetto dei parametri normativi, ma soprattutto la tutela della salute e della qualità della vita della città di Aversa.
di Giuseppe CRISTIANO