Anche la città di Aversa commemorò John Fitzgerald Kennedy, il Presidente degli Stati Uniti d’America assassinato il 22 novembre del 1963 a Dallas, in Texas, da Lee Harvey Oswald, un ex marine di simpatie marxiste, arrestato poco dopo il fatto e accusato dell’omicidio, ma a sua volta ucciso due giorni dopo da Jack Ruby, prima di poter essere processato. Il Sindaco Augusto Bisceglia, subito dopo il tragico evento, aveva indirizzato una lettera di cordoglio, a nome degli aversani, al Console Generale degli Stati Uniti di Napoli. Ed è lo stesso primo cittadino, nella seduta del 17 dicembre 1963, a leggere ai Consiglieri presenti la lettera di risposta ricevuta dal Consolato il 5 dicembre. “Signor Sindaco, – aveva scritto il Console – con animo profondamente commosso desidero esprimerle i sentimenti della mia più viva gratitudine per le elevate espressioni di cordoglio con le quali Ella, personalmente ed a nome della civica amministrazione di Aversa, ha voluto associarsi al dolore della nazione americana per la tragica scomparsa del Presidente degli Stati Uniti. Lo spontaneo tributo di affettuosa solidarietà da parte della cittadinanza di Aversa, in questa dolorosa circostanza, ha trovato profonda eco nel cuore degli americani residenti a Napoli”.
Subito dopo la lettura della missiva di Alfred P. Dennis, Console americano, lo stesso Bisceglia passa a commemorare la figura dell’illustre scomparso. “La morte di Kennedy – dichiara il Sindaco di Aversa – ha lasciato una profonda costernazione nel cuore di tutti gli uomini civili i quali si sono chiesti e si chiedono ancora il perché di questo delitto assurdo ed inutile, ma soprattutto inumano. Si è pianto per l’Uomo, per la terribile drammatica avventura di cui è stato vittima, per il modo crudele e spietato con cui è stato ucciso. Si è pianto per la sua nobiltà d’animo che ad un certo punto all’Onu gli fece dire: dobbiamo aiutare i popoli sottosviluppati, non perché se non lo facciamo noi lo faranno i russi ma perché questo è giusto. C’era appunto in lui questa profonda umanità, questa profonda giustizia; in lui operavano ideali e principi nobilissimi, degni di un uomo profondamente cristiano e convinto democratico. Ad un secolo dall’uccisione di Abramo Lincoln che fu il grande artefice dell’abolizione della schiavitù, un altro Presidente ha pagato con la vita il nobile sogno di eguaglianza di tutti gli uomini senza riferimento alla razza o al colore. La nostra nazione è stata fondata da uomini di molte nazioni e culture diverse, ebbe a dire in uno dei suoi discorsi agli americani, ma fu basata sul principio che tutti gli uomini sono creati uguali e che i diritti di ogni uomo sono compromessi allorché i diritti anche di un solo uomo vengono minacciati. E come non ricordare il perfetto equilibrio con cui in lui si mescolavano la fermezza di carattere (si ricordi la crisi di Cuba) e la moderazione diplomatica con cui egli aveva iniziato e stava per proseguire i contatti fra Est ed Ovest per il raggiungimento di una completa distensione e di una pace reale e duratura. Mai una tale notizia ha forse gettato sgomento e costernazione. E al di là delle commemorazioni ufficiali, c’è stata l’angoscia vera, spontanea, calda ed affettuosa della gente. In moltissimi aversani poi c’è stato il ricordo di Lui non alla Casa Bianca in compagnia di tutti gli ufficiali del Pentagono, ma il ricordo di lui paterno e felice in compagnia della moglie e dei suoi due figli ed in questa atmosfera lo si ricorda con affetto e simpatia”.
di Nicola De Chiara
Nelle foto il Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, poco prima dell’attentato a Dallas ed il Sindaco di Aversa, Augusto Bisceglia, con il vescovo Antonio Cece