Neanche la Vigilia di Natale è riuscita a placare gli animi dei facinorosi che utilizzano la città di Aversa per sfogare i loro istinti bestiali. Nessuna ragione può essere invocata per giustificare questo continuo stillicidio di disgustosi episodi di violenza che, ormai da troppo tempo, funestano questa città. L’ultimo spiacevole episodio di una lunghissima serie è avvenuto ieri sera, Vigilia di Natale, quando in pieno centro è scoppiata una rissa che ha coinvolto decine di giovani e meno giovani.
Oltre a darsele di santa ragione con schiaffi e pugni, ad un certo punto è volato addirittura un tavolino. I “soliti idioti” hanno dato il peggio di sé davanti a decine di passanti, tra i quali famiglie con bambini, che, naturalmente, spaventati dall’accaduto, hanno preferito passare la serata in un altro luogo meno simile a una giungla.
Sui social, ovviamente, si è scatenato il putiferio. Nei video pubblicati su Facebook e Instagram si vedono chiaramente le persone coinvolte nel parapiglia; qualcuno ha avanzato l’ipotesi che tra i “rissosi lottatori” ci fosse più di un commerciante. A differenza di quello che normalmente si scrive in questi casi, non riponiamo nessuna fiducia sul fatto che chi è addetto all’ordine pubblico riesca a identificare e denunciare uno per uno gli scalmanati protagonisti dell’ennesimo incontro di boxe “collettivo”.
Neanche a farlo apposta, su “Nero su Bianco” cartaceo (in pubblicazione domenica prossima) e su questo stesso nesusubiancoaversa.com (poche ore fa), abbiamo stigmatizzato la carenza di misure di sicurezza adeguate a tenere sotto controllo le migliaia di residenti e visitatori che affolleranno le strade di Aversa in occasione delle festività di fine anno.
Da più parti già si sono sollevati dubbi sulla necessità di modificare sostanzialmente il programma degli eventi e di sollecitare le istituzioni a decidersi, una volta e per sempre, a fare il lavoro per il quale sono pagate con i nostri soldi. A margine, bisogna pure dire che se si continuerà su questa strada, faremo la fine di alcuni quartieri malfamati di Napoli o di alcune “simpatiche” cittadine della Campania, nelle quali la gente non passa più neanche di passaggio perché ha paura.
Continuare a fare gli struzzi, e dico struzzi (mi rivolgo in particolar modo ai commercianti), non porta da nessuna parte. Chi ha speso centinaia di migliaia di euro per aprire attività commerciali di ogni sorta e chi si è trasferito ad Aversa per comprarsi casa, spendendo, in certi casi, l’equivalente di quello che una volta si chiamava “un miliardo di lire”, dovrebbe interessarsi di più dei propri investimenti, perché se la situazione resta questa, tra poco tempo, il valore dei loro beni potrebbe scendere a picco e valere molto, ma molto meno di oggi.
Il sottoscritto, da parte sua, non vedendo ormai prospettive concrete di miglioramento, sta pensando seriamente di trasferirsi in luoghi meno selvaggi, tipo la 167 di Secondigliano, dove, oggi come oggi, al massimo incontri una troupe televisiva mentre gira il sequel di qualche serie di successo.
di Ugo Persice Pisanti