Ieri, 17 dicembre, ricorreva il 274° anniversario della nascita di Domenico Cimarosa, uno dei più importanti compositori italiani del periodo classico, nato proprio ad Aversa. Un evento che, sebbene non sia stato celebrato con grandi manifestazioni pubbliche, merita di essere ricordato e rilanciato, non solo per onorare la memoria di un genio musicale, ma anche per ribadire l’importanza del suo lascito culturale per la nostra città e per l’Italia intera.
Cimarosa, figura di spicco del periodo che vide fiorire la scuola napoletana, lasciò un’eredità musicale di straordinaria ricchezza e varietà. Le sue opere, caratterizzate da una melodia brillante e incisiva, un’abile orchestrazione e una profonda conoscenza della vocalità, hanno conquistato e continuano a conquistare il pubblico di tutto il mondo. Dalle opere buffe, piene di ironia e di situazioni comiche, alle opere serie, ricche di pathos e di drammaticità, Cimarosa ha saputo spaziare con maestria tra i diversi generi, dimostrando una versatilità compositiva straordinaria.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo senz’altro “Il matrimonio segreto”, una “commedia” musicale leggera e arguta, che ha conosciuto un successo planetario e continua ad essere rappresentata nei teatri di tutto il mondo. L’abilità di Cimarosa nel delineare personaggi vivaci e credibili, nel creare situazioni teatrali coinvolgenti e nel comporre arie melodicamente irresistibili, ha reso questa opera un vero e proprio capolavoro del teatro musicale. Ma non si può dimenticare il suo “Il maestro di cappella”, un’opera buffa altrettanto celebre, che offre una satira pungente del mondo della musica e dei suoi protagonisti. E ancora, “Giannina e Bernardone”, “L’impresario in angustie” e molte altre opere che testimoniano la sua inesauribile creatività.
La vita di Cimarosa, però, non fu solo un susseguirsi di successi artistici. Il compositore, infatti, dovette affrontare numerose difficoltà, tra cui le vicissitudini politiche del suo tempo e le difficoltà economiche tipiche del mondo artistico. La sua carriera lo portò a viaggiare per l’Europa, da Napoli a Vienna, passando per San Pietroburgo, e ovunque lasciò la sua impronta indelebile. Ma la sua profonda connessione con Aversa, la città che lo ha visto nascere e crescere, rimase sempre intatta.
Oggi, a distanza di secoli, Aversa ha il dovere morale di ricordare e celebrare la figura di Domenico Cimarosa, non solo con sporadici eventi commemorativi, ma con iniziative concrete e durature come un grande festival cimarosiano tipo quello che si tiene a Salisburgo in onore di Mozart e che vede coinvolta tutta la città. La promozione della sua musica nelle scuole, la creazione di un museo o di un centro studi a lui dedicato all’interno della sua casa in piazza Principe Amedeo, potrebbero rappresentare delle azioni concrete per mantenere viva la memoria del grande compositore e trasmettere alle nuove generazioni il suo patrimonio artistico.
L’anniversario della nascita di Cimarosa è, dunque, un’occasione preziosa per riflettere sull’importanza della cultura e del suo ruolo nella costruzione dell’identità di una città e di un paese. Aversa, custode di un tesoro musicale inestimabile, ha la responsabilità di valorizzare al meglio l’eredità di Cimarosa, trasformandola in un volano di sviluppo culturale ed economico. Solo così sarà possibile rendere omaggio degnamente a uno dei suoi figli più illustri e lasciare un’eredità duratura per le generazioni future. Il semi silenzio di ieri dovrebbe trasformarsi in un’eco sonora che risuoni per tutto l’anno a venire, celebrando la vita e il genio di Domenico Cimarosa.
di Giuseppe CRISTIANO