Anche il quinto appuntamento della rassegna culturale di Pink House non ha tradito le attese. Una serata nella quale si è parlato di sport, di calcio, dei grandi capitani del Napoli e delle altre grandi squadre italiane. L’incontro con il redattore capo di Tg Rai Regione, Gianfranco Coppola, che ha presentato il suo secondo libro, “Capitani per sempre”, è stato impreziosito dalla presenza di due campioni del primo scudetto del Napoli, il leggendario tricolore del campionato 1986/87, Giuseppe Volpecina e Luigi Caffarelli. A moderare l’incontro è stato il nostro Direttore, Nicola De Chiara. E proprio De Chiara, salutando i suoi idoli di gioventù, ha mostrato a Volpecina e Caffarelli i rispettivi poster, conservati assieme a quelli degli altri protagonisti di quell’incredibile ed indimenticabile campionato da 37 anni. “Al Napoli, a quel Napoli devo probabilmente anche la mia professione. – ha detto De Chiara, mostrando ai presenti il suo primo lavoro dal titolo “Napoli 1986-87: un’annata doc” – Un libro che scrissi allora con la mia Olivetti Lettera 32, una sola copia!”.
Ad aprire l’incontro è stato l’intervento di Elpidio Iorio, giornalista e direttore artistico della rassegna di Pink House, che ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso l’organizzazione della kermesse artistico-culturale. Iorio ha presentato da par suo l’autore, parlando anche del primo testo di Gianfranco Coppola, “Campioni per sempre”, che contiene “il racconto del terzo scudetto azzurro attraverso le voci dei campioni del passato del Napoli, un espediente narrativo capace di coinvolgere generazioni di sportivi e di tifosi”. E’ stata, poi, la volta del giornalista del Messaggero ed editore del testo (LeVarie), Marco Lobasso. “La saggistica sportiva – ha detto Lobasso – non è una cosa semplice, ci vogliono scrittori competenti come lo è Gianfranco Coppola. Naturalmente questo tipo di lavori nascono dalla passione, dall’amore che abbiamo tutti noi per questo sport”. Nicola De Chiara ha, quindi, presentato Mariano Brunellesi, storico collezionista delle maglie del Napoli, originario di Orta di Atella. Brunellesi ha esposto, tra le altre, la maglia di Maradona all’epoca del primo scudetto, ma anche le divise di giocatori attuali, da Kvara a Lukaku a McTominay. Brunellesi ha una collezione di più di mille maglie del Napoli, “tutte indossate dai giocatori o provenienti dallo spogliatoio azzurro”.
Giovanni Rosselli, che si occupa di sport dai tempi del liceo e da trent’anni è collaboratore de “Il Mattino”, ha sottolineato le difficoltà anche a livello locale di fare cronaca sportiva. “Bandiere e capitani – ha detto – ci sono anche a livello locale, uno di questi è Luciano Lisbona, colonna del Real Aversa negli anni Ottanta e Novanta”. “Grazie a Giovanni Spezzaferri – ha aggiunto – abbiamo visto anche ad Aversa il calcio che conta, dopo la promozione in serie C, un calcio che era ghettizzato in quegli anni ad Aversa e che il presidente dell’Aversa Normanna ha avuto il merito di sdoganare, con risvolti importanti anche a livello sociale nella nostra città”.
“Poche cose nella vita danno un senso di appartenenza come lo sport – ha esordito così l’autore nel suo primo intervento. La fascia di capitano è simbolo di varie cose. Il capitano è scelto dal gruppo, in Nazionale contano le presenze. Pelé, il secondo più grande calciatore della storia, non ha mai potuto alzare la coppa Rimet perché come numero di presenze veniva dopo. Il capitano parla in campo, parla con i tifosi, è un ruolo anche delicato. Oggi nessun giornalista vede più un calciatore e questo libro, lo dico con rammarico, rappresenta anche un pizzico di nostalgia ”. E rivolto ai giovani calciatori della Real Normanna ha detto: “Vi auguro naturalmente un futuro radioso, ma sappiate che per emergere in questo sport ci sono tanti sacrifici da fare”, sciorinando numeri inequivocabili: “ogni 35.000 giovani uno diventa calciatore tesserato ed ogni 400.000 giovani uno arriva nel massimo campionato”. Per Coppola “il filo conduttore è la passione, quella passione che non potrà mai scemare se faremo in modo che il calcio torni ad essere davvero una festa e non solo più una voce di incassi”
A prendere la parola è stato, successivamente, il Sindaco di Aversa, Francesco Matacena. “Rosselli ha detto che il calcio era ghettizzato. Io che ho qualche anno in più posso testimoniare che lo sport principale ad Aversa era il calcio. Poi, ad un certo punto, esplode la passione per la pallavolo, ma nel mio cuore è rimasto sempre il calcio. I nomi che ho sentito, Bulgarelli, Juliano, mi sono familiari perché ho seguito parecchi campionati. Ricordo il Napoli fin da quando in porta giocava Bandoni, poi arrivò Dino Zoff. Il calcio ha rappresentato sempre un motivo di aggregazione. Chiudo con un bellissimo ricordo, quando giocavamo con gli amici su una terrazza del centro storico, la mamma di alcuni ragazzi ci preparava una fetta di pane con olio e zucchero, era quello il nostro dolce ed era di un sapore eccezionale”.
De Chiara ha, poi, introdotto Giovanni Spezzaferri, Presidente dell’Aversa Normanna dal 2004 al 2016 e, dal febbraio del 2023, vice Presidente della lega di serie C. Spezzaferri ha parlato dei successi sportivi di quegli anni, la Coppa Italia di serie D, lo scudetto di categoria, la promozione in serie C nel 2008, ma anche delle difficoltà di fare sport nel nostro territorio. “Un periodo bellissimo, durante il quale mi sono sentito importante per questa città – ha affermato. Sono un tifoso del Napoli, ho vissuto il Napoli dei tempi d’oro. Ricordo quando facevo filone all’università per seguire gli allenamenti del Napoli ma, non mi dite niente, il colore del mio cuore è il granata, la maglia della nostra squadra, perché la serie C è il calcio dei Comuni, è calcio professionistico ma appartiene ai territori”. E poi: “Sindaco, abbiamo bisogno delle strutture. Il calcio può aiutare i giovani a vivere una vita di valori come rispetto e condivisione”.
Emozionante l’intervento di Luciano Lisbona. “Ho fatto il capitano in tutte le squadre nelle quali ho militato – ha detto – ed è un ruolo importante. Nel 1986 con il Real Aversa vincemmo il campionato di promozione ed approdammo per la prima volta in serie D. L’unico rammarico è non aver lavorato con Spezzaferri. Ad Aversa ci sono sempre state società importanti, ma lui ha dato alla città la possibilità di approdare tra i professionisti ed incontrare squadre come il Catania, il Benevento, la Salernitana. Peccato che sia uscito, ma gli auguro tutto il bene di questo mondo”.
In chiusura De Chiara ha invitato i due ex giocatori del Napoli ad intervenire. Caffarelli e Volpecina hanno parlato del primo indimenticabile scudetto partenopeo. Luigi Caffarelli ha parlato del suo capitano: “Gianfranco ha parlato nel suo libro dei capitani. Io posso parlarvi di Beppe Bruscolotti, con il quale siamo passati dal settore giovanile in prima squadra. Bruscolotti è stato un capitano che ci rispettava, ci faceva rispettare. Beppe è stato il nostro riferimento, ci ha insegnato veramente come bisognava comportarsi in un gruppo”. Giuseppe Volpecina, rispondendo ad una precisa domanda del moderatore, ha detto: “Si dice che senza Diego non avremmo mai vinto, è vero, ma anche Diego senza di noi non avrebbe raggiunto l’obiettivo. Cosa voglio dire? Nel calcio conta la sinergia, devono tutti dare il massimo, e poi c’è stato l’innesto di Romano che ha sanato la pecca che avevamo in quel ruolo. C’era anche un grande dirigente che si chiamava Italo Allodi, che negli anni ha fatto gli acquisti giusti per vincere il campionato”.
Gianfranco Coppola ha concluso l’incontro parlando dei grandi capitani del Napoli e delle altre squadre italiane, spiegando che il libro racconta storie di pallone, ma anche momenti di vita di campioni che hanno indossato con grande senso di appartenenza e di rispetto la maglia con la fascia. Post convegno con il firmacopie e le immancabili foto di rito. Un’altra serata vincente per una rassegna, quella del Pink House, che sta emozionando sempre di più. Giovedì 12 dicembre il sesto appuntamento vedrà in scena un dialogo particolare, quello tra il magistrato Nicola Graziano ed il Vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, per la pace e la fratellanza tra i popoli. Con in chiusura il concerto di M’Barka Ben Taleb, “Una voce per la pace”.
di Nicola De Chiara
Nelle foto: i relatori con Caffarelli e Volpecina, De Chiara con i due campioni del Napoli del primo scudetto ed il pubblico presente