Pomeriggio di intensa interazione culturale quello dello scorso 27 novembre, nella sala convegni della Banca Fideuram – Palazzo Romano di Aversa. Le responsabili del Museo Diocesano di Napoli, Silvia Corsi e Léa Vagner, insieme alla scrittrice Monica Aquino, hanno presentato il libro “Donne che salvano i libri”, aprendo un piacevole dibattito con il pubblico presente sull’importanza della cultura, della lettura e, in particolare, sull’importanza di frequentare le biblioteche.
Nei luoghi silenziosi, dove regnano tranquillità e ascolto, ci si può facilmente perdere tra i volumi sugli scaffali. La bellezza è tutta lì: nel momento in cui si scopre un nuovo titolo, un nuovo autore, proprio accanto al libro che si stava inizialmente cercando. Questo processo di perdersi per ritrovarsi non è certo possibile durante una semplice ricerca online, che, pur essendo un mezzo di immediata efficacia, priva l’individuo della possibilità di arricchirsi, respirando cultura.
Parlando di donne, si è partiti dal prezioso volumetto che racconta le storie affascinanti di Guerriera Guerrieri, Maria Giuseppina Castellano Lanzara e Maria Bakunin, tre bibliotecarie coraggiose che, durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno rischiato la propria vita per salvare il patrimonio librario di Napoli. Si è riflettuto sul ruolo cruciale che le donne hanno avuto in ogni epoca e in ogni angolo del mondo. I nomi di importanti scienziate, come Rosalind Franklin, che scoprì la struttura a doppia elica del DNA, sono solo un esempio della scarsa considerazione che spesso viene loro riservata.
È stato importante anche fare riferimento alle donne afgane, private di qualsiasi diritto e troppo spesso dimenticate. In epoca medievale, tuttavia, in netta contrapposizione alla nostra percezione attuale, Dante Alighieri fa parlare Beatrice molte più volte rispetto a Virgilio. Nel XXX canto del Purgatorio, Beatrice prende la parola per ammonire l’autore. Costretta ad intervenire per salvarlo e redimerlo, lo rimprovera con severità e gli chiede di pentirsi.
L’evento ha promosso un progetto sostenuto dal CEPELL, Centro per il libro e la lettura, che ha l’obiettivo di riprendere e valorizzare il patrimonio culturale bibliotecario. Purtroppo, la figura del bibliotecario è ancora poco considerata e spesso viene associata esclusivamente alla responsabilità dell’apertura e della chiusura della biblioteca stessa. Il luogo culturale pubblico della città di Aversa, riaperto circa un mese fa, sembra essere nuovamente chiuso a causa di lavori urgenti al terzo piano.
Chiediamo pertanto una grande accelerazione e un immediato cambiamento.
di Elvira Ariano