La sala del Pink House non ce l’ha fatta ad ospitare tutti gli intervenuti alla presentazione dell’ultimo libro di Amedeo Colella, “I nuovissimi quiz per l’esame di Napoletanità”, edito da “Cultura Nova”. Un successo di pubblico e di contenuti per l’evento che si è tenuto stasera, 27 novembre 2024, ad Aversa, il quarto appuntamento della Rassegna di cultura, arte, musica e spettacolo di Pink House, che mercoledì prossimo, 4 dicembre, vedrà la presentazione del testo del noto giornalista sportivo Gianfranco Coppola, “Capitani per sempre”, che fa la storia dei grandi capitani del Napoli e delle grandi squadre di calcio italiane.
Il grande divulgatore di storia e cultura napoletana si è preso tutta la scena al Pink House, com’era nelle previsioni, ma di spessore sono stati anche gli interventi dei relatori, moderati dal nostro Direttore, Nicola De Chiara.
La serata è stata aperta dal giornalista Elpidio Iorio, direttore artistico della rassegna, che ha parlato di Colella, al quale lo lega un’amicizia di lungo corso. Iorio ha detto di aver iniziato ad apprezzare le doti umani e culturali di Colella fin dai tempi in cui lavorava al centro d’informatica Criai di Portici, prima ancora di decidere di vivere di cultura, di scrittura e di bellezza (quella di Napoli). Iorio ha parlato anche di Aversa e delle iniziative culturali che qui si svolgono e “che assumono un ruolo molto più importante che altrove, perché da qui deve partire quella spinta, quella energia, quell’emozione che devono contribuire a trasformare questo territorio che nel tempo è stato etichettato non sempre felicemente, ma che in realtà ha da un punto di vista storico e culturale ha grandi primati”.
Dopo Iorio ha preso la parola l’avv. Carlo Maria Palmiero, Presidente del Rotary Club di Aversa. Palmiero ha definito “mecenati” i fratelli Vitale del Pink House “perché qui si fa effettivamente cultura e si parla elevando la qualità ed il livello della relazione, con innegabili benefici per la città e tutta la comunità di riferimento”. E di Elpidio Iorio ha detto: “Ha la stessa rubrica che aveva Gianni Minà, tu con chiunque vuoi parlare in Italia basta che lo chiedi ad Elpidio e lui lo trova”.
Molto interessante l’intervento di Gianni Puca, scrittore e giornalista, che ha esordito dicendo: “Siccome io non sono stato pagato, parlerò delle criticità di questo libro. Una è evidente, non so perché le risposte ai quiz sono messe nella pagina successiva al contrario e questo mi fa venire il torcicollo. Ma ho anche la soluzione, basta comprare due libri ed il problema è risolto”. Ma dopo la battuta ha continuato dicendo: “E’ un libro che solo una persona di grandissima cultura poteva scrivere”, coinvolgendo il pubblico presente con una serie di domande prese dai quiz “per vedere se siete napoletani veri o semplicemente residenti”.
Dopo Puca ha preso la parola una storica firma de “Il Mattino”, Franco Buononato, che ha parlato di Amedeo Colella come di un “grande divulgatore della cultura e della lingua napoletana”, aggiungendo “non sono d’accordo quando lo definiscono un umorista , perché anche a noi che veniamo dal ’68, quando ci dicevano che non dovevamo parlare in dialetto, ha fatto capire che il napoletano è una lingua. Colella è un grande divulgatore della cultura e della storia napoletana e non ha niente di meno di un Alessandro Barbero o un Paolo Mieli”.
Ha, infine, preso la parola l’autore del libro, dimostrando anche ad Aversa di essere un grande comunicatore ed intrattenitore. “Si sta facendo tardi – ha detto – voglio fare una cosa sciuè sciuè”, ma non è stato così. E ha tenuto una divertentissima lezione di storia, di cultura e di lingua napoletana passando da San Gennaro agli altri 52 coprotettori di Napoli, dai modi di dire alle tradizioni che sopravvivono ai secoli, dai luoghi alla cabala e così via. Colella, applauditissimo, in chiusura ha raccolto anche l’invito del primo cittadino di Aversa, Francesco Matacena, ad approfondire la cultura e la storia aversana. Matacena ha dato a Colella parecchi spunti per intervenire e lui ha regalato ai presenti uno spazio di approfondimento storico-culturale “normanno” che ha lasciato il segno. “Volete sapere com’è nata la mozzarella nella vostra città? – ha detto Colella. Tutto nasce nei conventi, perché preti e suore, dopo le loro esigenze spirituali, tenevano nu sacco ‘e tiempe per provare e riprovare varie cose. Si racconta che qui, in un convento benedettino, nacque per errore la mozzarella. Si stava facendo il formaggio e qualcuno per sbaglio dovette addizionare dell’acqua bollente sulla cagliata e si accorse che questa cominciava a filare e che quindi era possibile fare dei formaggi filati. Ma perché fare la mozzarella che come il latte scade in due giorni e la devi buttare? Questo convento aveva migliaia di pellegrini, così si legge nelle scritture, per cui bisognava distribuire a tutti qualcosa velocemente per alimentarli, qualcosa che si potesse mozzare, cioè tagliare con le mani. Così nasce, qui ad Aversa, uno degli alimenti più celebrati. Senza la mozzarella probabilmente non sarebbe nata neanche la pizza”.
Alla fine Amedeo Colella non si sottrae al firmacopie, dando appuntamento a tutti i presenti al teatro Cimarosa di Aversa, dove domani mattina terrà uno spettacolo per gli studenti del liceo Artistico “Da Vinci”. Una serata di grande divertimento e di grande cultura, indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di parteciparvi.
Nelle foto, dall’alto: Amedeo Colella è con Nicola De Chiara, Enzo Vitale, Elpidio Iorio ed Enzo Gallozzi, foto della manifestazione e del pubblico