Il Consiglio regionale della Campania ha celebrato oggi un momento significativo dedicando una sala della propria sede a Don Giuseppe Diana, il coraggioso sacerdote vittima della criminalità organizzata nel 1994 a Casal di Principe. La cerimonia, svoltasi nel centro direzionale di Napoli, ha visto la partecipazione di numerose autorità e dei familiari del sacerdote.
L’evento ha rappresentato un importante riconoscimento istituzionale, con il presidente della Regione Vincenzo De Luca, il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, il Prefetto di Napoli Michele di Bari e il sindaco di Casal di Principe Ottavio Corvino che hanno presenziato al momento dello svelamento della targa commemorativa.
La decisione di intitolare la sala a Don Diana e alle vittime delle mafie si inserisce in un percorso già tracciato dall’istituzione regionale, che aveva precedentemente dedicato la sala consiliare principale al giornalista Giancarlo Siani, anche lui vittima della criminalità organizzata nel 1985.
Durante la cerimonia, il Prefetto di Napoli ha espresso la speranza di un futuro riconoscimento ecclesiastico del martirio di Don Diana, sottolineando come il suo messaggio continui a vivere attraverso coloro che ne condividono i principi e i valori.
La sorella del sacerdote, Marisa Diana, ha condiviso con i presenti il dolore ancora vivo per la perdita del fratello, manifestando però orgoglio per come il suo sacrificio continui a ispirare le istituzioni e la società civile.
Il presidente De Luca ha evidenziato come il sacrificio di Don Diana abbia risvegliato le coscienze e dato coraggio a un’intera generazione, sottolineando l’importanza di mantenere viva questa eredità morale, specialmente tra i giovani.
Don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis, ha sottolineato come il ricordo di Don Diana sia ancora vivo e attuale, rappresentando non solo una memoria del passato ma una guida per il presente.
La comunità di Casal di Principe, rappresentata da don Franco Picone, successore di Don Diana nella sua parrocchia, ha accolto questo riconoscimento come un importante segnale per la promozione della legalità e della giustizia sociale.
L’intitolazione della sala rappresenta un ulteriore passo nel mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per contrastare la criminalità organizzata, trasformando il ricordo in un impegno concreto per la legalità e la giustizia sociale.
di Maria Botta