Francesco Matacena e Mariano D’Amore come i leggendari Re Artù e Mago Merlino. Seduti alla Tavola Rotonda del Municipio normanno hanno affrontato (e risolto) una questione di cruciale importanza per il reame (pardon, Comune). Chi di loro sia stato Merlino non importa, i ruoli sono interscambiabili, ma da novelli maghi sono stati capaci di leggere i cuori e capire i veri desideri degli aversani. La magia naturalmente è la rimodulazione del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale che metteva in ansia anche i cavalieri di opposizione, perché la delibera di approvazione (o di diniego) della Corte dei Conti non era ancora arrivata ed il dissesto finanziario del reame (pardon, Comune) era sempre dietro l’angolo. Ma i tentennamenti della Corte dei Conti o i ritardi (dipende dai punti di vista) in questo caso sono stati un colpo di fortuna. La legge, infatti, all’inizio del mandato concede alla nuova Amministrazione la facoltà di rimodulare il Piano qualora non risulti ancora pervenuta la delibera della Corte. E così è stato. Merlino ha mosso la sua bacchetta magica e, voilà, il miracolo è riuscito!
Una magia vera se solo si pensi a quanto abbiano penato, appena due anni fa, il vecchio Re ed i suoi cavalieri davanti a conti disastrati, certificati dalla Corte dei Conti con numeri implacabili: 22 milioni di disavanzo, frutto di bilanci preparati con i piedi, con errate determinazioni di accantonamenti e disavanzi dal 2017 al 2020. In realtà, le competenze professionali di Matacena e di D’Amore hanno poco di magico. Sindaco e Assessore così si sono guardati negli occhi e da subito si sono messi al lavoro, in silenzio. Mentre in città i vecchi cavalieri chiedevano un taglio d’erba in più o una strada da spazzare e i denigratori di professione continuavano sui giornali a sparare a zero sull’amministrazione senza dargli il tempo di insediarsi, si sono concentrati sulla cosa più importante. Un lavoro certosino, portato avanti pur senza avere la tranquillità necessaria perché, se nel frattempo fosse arrivata la delibera di diniego della Corte dei Conti, sul Comune (e su Aversa) sarebbe calato il buio e si sarebbero spente le luci, per molto tempo.
Re Artù e Merlino hanno tirato fuori dal cilindro anche qualcosa in più, restituendo al Ministero dell’Interno il Fondo di Rotazione, richiesto nel 2023 dal vecchio Re, di 10 milioni di euro (dei quali già anticipati 7596.000): saremmo curiosi di sapere quanti Comuni in Italia negli ultimi anni sono stati in grado di rimodulare il Piano di Riequilibrio Pluriennale, restituendo anche il Fondo di Rotazione! E’ vero: i conti sono migliorati. Il fondo cassa ha superato in data 7 novembre 2024 i 50 milioni di euro, frutto della riscossione “lacrime e sangue” messa in atto dal vecchio Re, con l’interessata collaborazione della società di riscossione, la “Sogert”, che non si è fermata neanche di fronte ai miseri conti correnti di pensionati e persone indigenti, e (dobbiamo dirlo) della parentesi Commissariale che ha fatto risparmiare parecchi soldi all’ente con un’Amministrazione che definire di ordinarietà appare come un eufemismo.
Al Ministero dell’Interno hanno strabuzzato gli occhi quando hanno visto la richiesta del Comune di Aversa di restituzione del Fondo di Rotazione. E la meraviglia si è propagata in molte stanze del potere. Ma Re Artù e Merlino con la restituzione di quel fondo (che non è mai servito, facendo solo la felicità della banca che gestisce i soldi del Comune) hanno liberato il reame (pardon, Comune) di una serie di vincoli. Quali? Poca cosa: obbligo di ridurre le spese per il personale; obbligo di riduzione di almeno il 10 per cento della spesa corrente per acquisti di beni e prestazioni di servizio; obbligo di riduzione del 25 per cento delle spese per trasferimenti statali (avete capito bene!); blocco dell’indebitamento ad esclusione dei soli mutui per coprire i debiti fuori bilancio pregressi… Insomma, Matacena e D’Amore con un colpo di bacchetta magica hanno alleggerito il Comune di una vera e propria zavorra. E i cavalieri di maggioranza lo hanno votato, questo nuovo Piano, e quelli di opposizione si sono giustamente astenuti, ringraziando.
Ora si potrà ripartire, perché non è soltanto una questione di conti a posto, ma di avere un minimo di risorse necessarie per assicurare servizi ed interventi. E quelle risorse il Piano ha pure sbloccato. Molti abitanti del reame iniziano ad essere orgogliosi del proprio Re: hanno scelto un Sindaco che è l’unico in Italia ad essere stato eletto Presidente di due diversi Ordini dei Commercialisti (Caserta e, oggi, Napoli Nord) e che conosce bene lo stato delle finanze del Comune, fin dai tempi in cui è stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti dal 1997 al 2000. Un Sindaco che ha voluto suo Assessore al Bilancio non uno qualunque ma Mariano D’Amore, professore ordinario di Ragioneria Pubblica all’Università “Parthenope” di Napoli e Presidente dello Standard Setter Board del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. Le magie non sono alla portata di tutti…
di Nicola De Chiara
Nella foto: Francesco Matacena e Mariano D’Amore