Ritorna al centro dell’attenzione il vicesindaco di Aversa, Alfonso Oliva, con una vicenda che lo coinvolge, legata a una comunicazione inviata ai creditori del Comune in merito al riconoscimento di debiti fuori bilancio. L’atto, firmato sia dal responsabile del procedimento, Luca Luongo, che dal vicesindaco stesso, sta alimentando accese polemiche per presunte irregolarità e violazioni.
La controversa nota, notificata tramite posta elettronica certificata, annunciava l’approvazione di una delibera relativa alla liquidazione di crediti vantati da diversi professionisti sulla base di sentenze giudiziarie. La lettera invitava i creditori a contattare gli uffici per avviare le procedure necessarie alla liquidazione.
Tuttavia, la presenza della firma del vicesindaco accanto a quella del responsabile del procedimento ha suscitato perplessità. L’intervento politico in un atto amministrativo di competenza tecnica ha immediatamente sollevato il caso. La vicenda ha assunto una risonanza ancora maggiore grazie all’interrogazione presentata dal capogruppo di Forza Aversa, Dino Carratù. Nelle sue osservazioni, il consigliere evidenzia come tale atto non solo risulta irrituale, ma potrebbe configurarsi come illegittimo alla luce della normativa vigente.
Al centro della questione c’è il principio di separazione tra le funzioni politiche e quelle amministrative. Carratù, esperto avvocato, richiama le norme di legge che assegnano la gestione amministrativa e l’adozione di atti che impegnano l’amministrazione ai dirigenti comunali, escludendo espressamente il coinvolgimento degli organi politici in queste attività. Il testo normativo pubblica chiaramente che i compiti di indirizzo e controllo spettano agli organi di governo, mentre la gestione operativa è riservata ai dirigenti. Secondo Carratù, la firma apposta dal vicesindaco su un’operazione di natura amministrativa rappresenta una palese violazione di queste regole. La questione assume rilevanza non solo dal punto di vista procedurale, ma anche per le possibili implicazioni legali che potrebbero derivarne.
L’interrogazione dell’opposizione, che verrà discussa nel consiglio comunale del 22 novembre, pone due quesiti fondamentali al sindaco Franco Matacena e all’assessore Oliva. Il primo riguarda le attività istruttorie effettuate per redigere l’elenco dei creditori e dei debiti fuori bilancio. Il secondo chiede di chiarire in base a quale norma dello statuto comunale, del Tuel (Testo Unico degli Enti Locali) o di eventuali regolamenti il vicesindaco abbia potuto sottoscrivere un atto che impegna l’amministrazione nei confronti di terzi.
Le risposte non si preannunciano semplici. Se da un lato il vicesindaco potrebbe minimizzare la questione con dichiarazioni generiche, dall’altro la documentazione ufficiale rende difficile giustificare un comportamento che appare in contrasto con la normativa. Sarà necessario fornire spiegazioni concrete e supportate dai regolamenti. Questa vicenda non si limita a una semplice disputa tra maggioranza e opposizione, ma mette alla luce un possibile cortocircuito nell’amministrazione comunale di Aversa.
La separazione tra politica e gestione tecnica è uno dei pilastri fondamentali del funzionamento degli enti locali, ed eventuali violazioni possono minare la credibilità e la trasparenza dell’ente stesso. La posizione di Oliva, che gode di una certa abilità nel difendersi da critiche e accuse, potrebbe essere messa a dura prova. Se non dovesse emergere un’interpretazione normativa convincente a giustificazione del suo operato, la vicenda potrebbe avere ripercussioni non solo politiche, ma anche legali.
L’attesa per la discussione nel consiglio comunale è alta, e gli sviluppi potrebbero fornire ulteriori dettagli su una questione che, al momento, lascia molti interrogativi aperti. Qual era il ruolo effettivo del vicesindaco in questa vicenda? Perché è stato coinvolto in un atto di natura amministrativa? E soprattutto, come si intende evitare che episodi di questo genere possano ripetersi in futuro?
Aversa si trova davanti a un caso emblematico, che potrebbe rappresentare un banco di prova per la trasparenza e la correttezza della gestione amministrativa. La risposta dell’amministrazione sarà cruciale non solo per chiarire i fatti, ma anche per ristabilire la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni locali.