La storia del Condominio Santa Lucia, situato ad Aversa, è un esempio emblematico delle problematiche legate alla gestione del patrimonio pubblico e dell’uso privato di aree destinate a servizi per la comunità. Una vertenza che si protrae da quasi un decennio, coinvolgendo il Comune e i residenti del condominio in un incessante braccio di ferro su un’area di 1.700 metri quadrati, contesa tra il condominio e il Comune. Attualmente l’area è recintata e utilizzata come bene privato.
La vicenda prende avvio nel lontano ottobre 2015, quando la polizia municipale di Aversa scopre che alcune aree pubbliche sono state occupate abusivamente, recintate e utilizzate per scopi privati. Il dirigente dell’ufficio patrimonio si rivolge all’amministratore del condominio, intimandogli di restituire l’area contesa. Tuttavia, i residenti del Santa Lucia non si danno per vinti e decidono di impugnare il provvedimento di fronte al Tar della Campania. Nel 2020, il tribunale ritiene che la competenza per lo sgombero spetti al giudice ordinario e non alla giustizia amministrativa, lasciando la questione aperta e complessa. Questo primo verdetto segna un punto di svolta nella vertenza, ma non risolve le tensioni in atto.
Nel 2023, il Tribunale di Napoli Nord annulla l’ordinanza del Comune, stabilendo che l’ente non può esercitare il proprio potere di richiesta di rilascio senza seguire le corrette procedure giuridiche. Durante un sopralluogo effettuato nel maggio dello stesso anno, gli agenti notano che le recinzioni sono ancora intatte, dimostrando che la situazione non è cambiata rispetto a otto anni prima. Il Comune, a quel punto, decide di inviare all’amministrazione condominiale un ordine di demolizione delle strutture abusive e di ripristino dello stato dei luoghi. Ma la storia di questa area non è solo una questione di recinzioni e leggi.
Il conflitto affonda le radici nel passato, quando il Condominio Santa Lucia si era trovato a dover giustificare l’occupazione di quasi duemila metri quadrati di terreno, formalmente di proprietà comunale. Questo suolo era stato ceduto per soddisfare gli standard urbanistici durante il rilascio delle concessioni edilizie per la costruzione degli edifici.
Nel 2015, il Comune di Aversa richiede il rilascio di questa porzione di terreni, ma il condominio non si arrende e decide di contestare l’ordinanza davanti al Tar, che accoglie la richiesta di ripristino ma declina la giurisdizione riguardo allo sgombero. Di conseguenza, il Condominio decide di citare il Comune di Aversa in giudizio, chiedendo il riconoscimento della mancanza di potere dell’amministrazione nell’ordinanza di sgombero.
I giudici di Aversa confermano che l’area rientra nel patrimonio disponibile del Comune, ma ciò implica che l’ente non può esercitare l’autotutela amministrativa senza passare attraverso le procedure ordinarie. In sostanza, la complessità della vicenda si dispiega attraverso un labirinto di ricorsi e sentenze che hanno impantanato la situazione. Questo caso non è isolato; riflette una problematica sistemica presente in molte altre aree del territorio, dove la gestione degli standard urbanistici è stata trascurata. Le omissioni e le inefficienze nella pianificazione sono state tali che la Corte dei Conti è dovuta intervenire, condannando diversi dirigenti e amministratori per la cattiva gestione delle risorse pubbliche.
L’allerta proveniente dalla magistratura contabile ha costretto le autorità a prendere in considerazione le numerose aree che il Comune avrebbe dovuto destinare a servizi pubblici, ma che nel tempo sono diventate zone abbandonate, invase da rovi e animali. In questo contesto, il Condominio Santa Lucia ha usufruito di una situazione di fatto per anni, senza alcuna contestazione fino all’intervento del Comune nel 2015.
Il cambio di rotta si è registrato solo sotto l’amministrazione di Giuseppe Sagliocco, quando si è avviata una caccia alle aree pubbliche occupate. Con l’aiuto del comandante della polizia municipale Stefano Guarino, sono stati affissi cartelli indicanti le aree standard comunali, restituendo a queste zone la loro destinazione d’uso.
Tuttavia, nonostante i progressi, persiste l’assenza di un regolamento chiaro per la gestione di queste aree, un provvedimento che rimane arenato nelle commissioni consiliari e che rappresenta un’altra faccia della medaglia nella gestione della cosa pubblica. La vertenza del Condominio Santa Lucia è l’emblema di un problema più ampio, che investe territori e comunità in tutto il Mezzogiorno.
Mentre il conflitto si protrae, si fanno sentire le voci di chi chiede giustizia. La comunità di Aversa si interroga sulle responsabilità politiche e amministrative che hanno portato a questa situazione. La richiesta di una gestione più trasparente e responsabile delle risorse pubbliche diventa sempre più forte e urgente.
A fronte di una vertenza che sembra non avere fine, il condominio e i cittadini si chiedono se ci sarà mai una soluzione definitiva. La speranza è che la giustizia possa finalmente dipanare la matassa e che il Comune di Aversa possa assumere un ruolo attivo nella tutela del patrimonio collettivo, restituendo dignità e integrità a un territorio spesso dimenticato.
La storia del Condominio Santa Lucia è, in definitiva, una lezione su quanto possa essere complessa e difficile la gestione delle risorse pubbliche, un racconto che ci invita a riflettere sull’importanza della trasparenza e della giustizia nel governo delle comunità.