Il terzo, grande appuntamento della rassegna culturale di “Pink House” è andato in scena il 14 novembre con la presentazione del romanzo “Ombra e Rivoluzione. Variazioni sul naturalista Domenico Cirillo” (Colonnese Editore) dello spagnolo Josè Vicente Quirante Rives. Un appuntamento di qualità culturale assoluta che ha visto, con l’autore, sedersi al tavolo il giornalista Elpidio Iorio, direttore artistico della manifestazione, Benedetto Migliaccio, presidente dell’Accademia Filangieri di Partenope, Lorenzo Fiorito, rappresentante del Comitato Incontri Cirilliani di Grumo Nevano (la patria di Domenico Cirillo), Amedeo Arena, direttore scientifico dell’Accademia Filangieri, e Giuseppe Pesce, giornalista e scrittore. Si è parlato di Domenico Cirillo, patriota e martire della Repubblica Napoletana del 1799, ma anche medico, botanico e patologo. Gli interventi, coordinati da chi scrive, hanno preparato la grande chiusura della giornata che ha visto l’autore, con un intervento puntuale e straordinario, parlare del romanzo, entrando nella sua essenza e nel suo significato più profondo.
L’incontro, promosso da “Pink House” dei fratelli Vitale in collaborazione con l’Associazione “Alumni” del liceo “Cirillo” di Aversa, è stato introdotto dai saluti della vice presidente Benedetta Costanzo. Alla presentazione è intervenuto anche il primo cittadino di Aversa, Francesco Matacena. Elpidio Iorio ha introdotto da par suo la serata, di fronte ad un pubblico attento e qualificato, parlando della rassegna e di Cirillo, la cui lezione di vita resta ancora un esempio.
E’ stato, poi, Rives ad entrare nello specifico del testo, che consigliamo di leggere per capire la grandezza di una figura fino a questo momento non studiata e divulgata forse compiutamente, ma anche la centralità che Napoli, con Cirillo e non solo, ebbe nel Settecento, che è anche il secolo, guarda caso, dei grandi musicisti aversani, Jommelli, Cimarosa, Andreozzi e Durante.
“Cosa volevo fare quando ho scritto “Ombra e Rivoluzione”? – esordisce Rives. Io volevo raccontare cos’è un uomo. Un uomo è una realtà poliedrica, è una realtà che cambia col tempo. Chi racconta la figura di Domenico Cirillo in questo libro? Una persona di oggi, una persona che è in crisi, cosa che può capitare ad ognuno di noi, quando attraversiamo fasi di gravi difficoltà. Ecco, la persona che racconta questo romanzo è una persona che è ad un crocevia della sua vita e per capirsi, perché se sei in crisi significa non capirsi del tutto, decide che un meccanismo per uscire da quella crisi è studiare la personalità di Domenico Cirillo. Che scelta curiosa! Perché sceglie Domenico Cirillo? Il motivo è molto semplice, perché ritiene che Domenico Cirillo sia una persona che è cambiata profondamente durante la sua vita. Quindi Cirillo serve all’uomo in crisi per capirsi meglio”. E poi entra nei dettagli: “Cirillo a differenza degli altri rivoluzionari del 1799 aveva molto da perdere. Mentre il rivoluzionario è colui che non ha niente da perdere, perché subisce il potere e, dunque, vuole cambiare la realtà, Cirillo è il medico del re, ha una posizione molto agiata, aveva prestigio, era conosciuto in tutta Europa. E allora perché prendere la parte dei bisognosi, la parte dei poveri? Perché prendere la parte di quelle persone che non avevano nulla, invece di mantenere i propri privilegi, come avrebbe fatto la maggior parte delle persone? Questo è il mistero Cirillo. Perché è cambiato Cirillo? C’è un altro aspetto che di Cirillo, come romanziere, mi affascinava. Io avevo l’impressione che di lui nessuno mi raccontasse la verità e che quando si parlava di Cirillo tutti erano di parte. Lo erano i monarchici, oggi neo borbonici o quello che siano, che lo consideravano un traditore, lo erano coloro che ne facevano un simbolo chiamandolo martire repubblicano. Sì, un martire repubblicano, ma la persona dov’è? Al romanziere interessa la persona, quello che soffriva, quello che sognava, il mistero che c’era in lui. Ognuno di noi è un mistero, abbiamo alti e bassi, abbiamo luci ed ombre. E, dunque, per raccontare questa complessità che è in ognuno di noi, mi è sembrato interessante il percorso di vita di Domenico Cirillo. Un percorso affascinante, un percorso che ci parla anche di una Napoli europea, questo è l’altro messaggio importante del libro. A me Napoli non è mai interessata quando diventa autoreferenziale, quando si dice la più grande senza dialogare con il resto del mondo. A me interessa la Napoli aperta e Cirillo per diventare quello che è stato ha deciso di aprirsi al mondo. Ha deciso di andare in Francia, di andare in Inghilterra, non ha deciso di rimanere a Napoli, ha deciso di arricchirsi col mondo. E poi tornare a Napoli a fare la sua carriera. Un esempio di vita di chi accetta di misurarsi con il meglio del suo tempo. Il suo cambiamento, dedicandosi ai più bisognosi, Cirillo lo ha fatto non senza dolore, è più facile a dirlo che a farlo. E’ una scelta nella quale era consapevole che rischiava la vita ed ha voluto rischiarla”. “Io non volevo scrivere un romanzo storico, – conclude lo spagnolo, autore di tanti contributi su Napoli – perché mi annoiano, sanno un po’ di muffa, sono stucchevoli, cercano di ricreare un mondo che non c’è più. A me interessano i tipi che parlano ad ognuno di noi e che ci danno un messaggio per la nostra vita, perché altrimenti la letteratura diventa solo intrattenimento e non meccanismo di cambiamento personale. La scelta, allora, di introdurre un ricercatore che abita il presenta serve per vedere se la vita di Cirillo poteva essere motore di trasformazione personale, un aiuto per uscire dalla crisi e trovare la propria strada. Ecco, vi auguro che Cirillo sia per voi quello che è stato per me, motore di cambiamento e di trasformazione personale e spinta per una vita migliore”.

Il prossimo appuntamento della rassegna di “Pink House” è previsto per mercoledì 27 novembre, quando sulla Variante normanna approderà un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, Amedeo Colella, con la presentazione di un testo dal titolo emblematico: “I nuovissimi quiz per l’esame di napoletanità (Editore Cultura Nuova). Altro successo annunciato, c’è da scommettere.
di Nicola De Chiara
Nelle foto, dall’alto: da sinistra Benedetta Costanzo, Nicola De Chiara, l’autore, Francesco Matacena, Enzo Vitale, Elpidio Iorio e Carlo Maria Palmiero ed una foto del pubblico