La notizia dell’arresto dei due ex Sindaci, Biagio Lusini (in carica dal 2005 al 2015) e Tommaso Barbato, il primo cittadino uscente nello scorso giugno, ha sconvolto tutta Teverola. Con loro altri sei indagati a rispondere delle misure cautelari disposte dall’ordinanza della Procura di Napoli Nord. Il tecnico Gennaro Pitocchi e l’ex consigliere Pasquale De Floris, finiti come gli ex primi cittadini agli arresti domiciliari, e divieto di dimora, invece, per l’altro ex consigliere Pasquale Buonpane, l’imprenditore Angelo Morra, Alessandro Pisani e Teresa La Palomenta.
Secondo le accuse, avrebbero “portato avanti il proprio progetto criminoso in un arco temporale lungo, che ha visto avvicendarsi due amministrazioni comunali”. Alcuni permessi a costruire sarebbero stati concessi a seguito di numerosi contatti e condotte corruttive tra i responsabili, emersi dalle intercettazioni nell’auto di Lusini, che avrebbe, attraverso la modifica del piano urbanistico comunale, portato avanti un’attività di speculazione edilizia in una vasta area agricola, di proprietà dell’imprenditore Angelo Schiavone.
Lusini avrebbe mediato tra amministratori, imprenditori e tecnici, e impartito ordini all’ufficio tecnico durante l’Amministazione Barbato, trovando pieno e immediato sostegno per le sue richieste in cambio di cospicue somme di denaro, che Lusini dal canto suo avrebbe ricevuto, il condizionale è d’obbligo, dai costruttori finiti sotto indagine.
Il terremoto giudiziario ha visto anche il sequestro del complesso residenziale “Parco Iris”, in parte ancora irrealizzato, e di un fabbricato per civile abitazione in via Fratelli Bandiera.
La Procura ha parlato di un “contesto inquietante” nel quale i coinvolti avrebbero “completamente stravolto gli interessi pubblici a fini privati”.
di Raffaele De Chiara
In foto Biagio Lusini, sindaco di Teverola dal 2005 al 2015