Le liste d’attesa interminabili che si riscontrano al CUP del Presidio Ospedaliero San Giuseppe Moscati di Aversa stanno diventando una vera e propria emergenza cittadina perché minano alle fondamenta il diritto sancito dalla Costituzione alla salute dei cittadini. Mi sono recato di recente al suddetto CUP e la scena che mi si è presentata davanti è stata davvero impressionante: alle 11 del mattino c’erano nella sala non meno di novanta persone in attesa del proprio turno. Mentre allo sportello si occupavano del ticket numero 49 (era scritto sul display luminoso) a me è capitato di ritirare il ticket 46. Significa che da 49 a 99 erano già stati ritirati i ticket dal distributore e che gli altri, me compreso, sono ripartiti dal numero 1 fino al 46 (il ticket capitato a me). Questa è una situazione davvero allarmante. Mentre per alcune prestazioni in regime privato (intramoenia) si ottengono appuntamenti quasi immediati, se si presenta la ricetta “pubblica” i tempi d’attesa si dilatano a dismisura, arrivando in alcuni casi a superare vari mesi. La cosiddetta ‘attività “intramoenia”, infatti, una pratica che permette ai medici ospedalieri di offrire le proprie prestazioni professionali al di fuori del loro normale orario di servizio, pur rimanendo all’interno della struttura ospedaliera. In questo contesto, i professionisti possono utilizzare gli ambulatori, i laboratori e le apparecchiature diagnostiche dell’ospedale per fornire visite specialistiche, esami o altri servizi medici facendo direttamente pagare al paziente queste prestazioni, come si farebbe in una struttura privata, ma beneficiando comunque dell’ambiente e delle risorse di una struttura pubblica). Questa disparità sta creando un sistema sanitario a due velocità, dove chi può permettersi di pagare riceve cure tempestive, mentre chi dipende dal servizio sanitario pubblico rischia gravi ripercussioni sulla propria salute. Il fenomeno sta spingendo, come è ovvio, molti pazienti verso le strutture private, aggravando ulteriormente il divario sociale nell’accesso alle cure. Tuttavia, pochi aversani sono a conoscenza dei loro diritti in materia di salute. Il decreto n. 124 del 1998 stabilisce che, in caso di impossibilità di fornire la prestazione nei tempi previsti dalla prescrizione medica, il paziente ha diritto di riceverla in Intramoenia, pagando solo il ticket. In alternativa, può richiedere il rimborso se costretto a rivolgersi alle strutture private. Ripeto: può richiedere il rimborso all’Asl se è costretto a rivolgersi alle strutture private! Per far valere questo diritto, è necessario presentare una richiesta formale al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale ubicata in Via Unità Italiana a Caserta, specificando i dettagli della prestazione richiesta e l’urgenza della situazione. Nonostante l’esistenza di questa normativa, troppo spesso i tempi massimi stabiliti dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) sono completamente disattesi. Per ulteriore informazione precisiamo che le classi di priorità indicate sulle prescrizioni mediche dovrebbero garantire tempi di attesa ragionevoli: 30 giorni per le visite e 60 per le prestazioni strumentali in caso di codice “D” (differibile), e fino a 120 giorni per il codice “P” (programmata). La realtà, però, è ben diversa, con attese che spesso superano ampiamente questi limiti. Oltre a queste problematiche c’è un fenomeno ancora più preoccupante: la rinuncia alle cure, conosco aversani che hanno abbandonato i trattamenti necessari di fronte all’impossibilità di accedervi in tempi ragionevoli. È evidente che serve un intervento deciso per riformare il sistema e garantire a tutti i cittadini un accesso equo e tempestivo alle cure necessarie. La salute non può essere un privilegio per pochi, ma un diritto garantito a tutti, come sancito dalla Costituzione italiana. Solo attraverso un impegno concreto delle istituzioni e una maggiore consapevolezza dei cittadini sui propri diritti si potrà sperare di superare questa crisi e restituire dignità al Sistema Sanitario Nazionale. In chiusura voglio lanciare un appello al Sindaco Matacena che so essere molto sensibile a questo argomento. Sindaco fai sentire la tua voce. Tu puoi farlo. Secondo il Testo Unico degli Enti Locali, infatti, il Sindaco riveste un ruolo fondamentale nella gestione della sanità a livello locale. In particolare, è considerato la massima autorità sanitaria locale e, come tale, ha il potere di adottare misure urgenti in caso di emergenza sanitaria o per garantire l’igiene pubblica nell’ambito del proprio territorio. Ciò significa che, in situazioni di crisi sanitaria come questa, può intervenire presso la dirigenza dell’ASL per sollecitare un intervento rapido al fine di tutelare la salute pubblica degli aversani.
di Giacinto Russo Pepe