Premio d’Aponte: venti candeline di sogni e opportunità, con una madrina d’eccezione.
Nella splendida cornice del teatro Cimarosa di Aversa, si è da poco concluso il contest italiano per giovani cantautrici. Il premio Bianca d’Aponte, tenutosi nelle due serate del 25 e 26 ottobre e giunto alla sua ventesima edizione, resta un fiore all’occhiello della nostra città. Una delle manifestazioni più emblematiche del nostro territorio, perché pone il suo sguardo al di là dei confini di un mondo circoscritto, allo scopo di arricchirlo nell’ambito della cultura musicale contemporanea.
Dedicato alla figura di Bianca d’Aponte, promettente cantautrice italiana, scomparsa prematuramente a soli 23 anni quando stava per pubblicare il suo disco d’esordio con la BMG, il premio si pone come occasione di massima espressione artistica, promotore di momenti di incontro, di approfondimento e di confronto con discografici, artisti di grande spessore e giuria d’eccezione.
Anche quest’anno diversi ospiti, alcuni dei quali già protagonisti delle precedenti edizioni, si sono esibiti grazie alla direzione artistica di Ferruccio Spinetti.
Renzo Rubino, Sandra Bautista, Malvax, Chiarè e Cristina Donà con Saverio Lanza sono saliti sul palco nel corso della prima serata, mentre Simona Molinari si è esibita nella finalissima, seguita da Teresa de Sio, che ha ricevuto il premio alla carriera della città di Aversa per mano del s’indaco Francesco Matacena, prima che la giuria annunciasse il nome della vincitrice Valentina Lupi.
Madrina di questa ventesima edizione: Margherita Vicario, cantautrice, attrice e, di recente, anche regista del film “Gloria”, presentato alla 74esima Berlinale. Nel corso di una informale chiacchierata, precedente al soundcheck della serata, l’artista poliedrica ci ha rivelato il lato più umano del suo mestiere, difficile e delicato, raccontando come occorre farsi spazio all’interno del mondo dello spettacolo, senza mai dimenticare quella che è la propria passione, la propria vocazione. In un mondo in cui i social la fanno da padrone, mostrandoci solo una parte della storia, l’aspetto più bello, quel ritratto curato che non sempre riflette la vera realtà, per ovviare alla trappola insidiosa del confronto sociale e al disagio e alla frustrazione, deleteri per l’animo di un artista, importante è mantenere il contatto con se stessi. Il consiglio è quello di focalizzarsi solo sulla propria arte: recitativa o cantautorale che sia, cogliendo sempre le varie opportunità che ci si presentano innanzi, senza mai rinunciare ai propri sogni.
di Elvira Ariano
Nelle foto, Margherita Vicario ed Elvira Ariano