Cinque giorni di passione per il primo cittadino normanno, cinque giorni che hanno presentato un Sindaco a due facce. L’una antitetica all’altra, l’una che esclude l’altra.
Lunedì 7 ottobre è andato in scena il Matacena arrendevole, remissivo e accondiscendente oltremisura, un capo dell’Amministrazione ostaggio della sua maggioranza, fino al punto da sfiorare il ridicolo. Il 7 ottobre Matacena si presenta in Consiglio comunale per approvare la mega variazione di bilancio proposta dall’Assessore al ramo, Mariano D’Amore. Quella variazione contiene una voce di 110.000 euro destinata a coprire tre categorie d per comporre lo staff del Sindaco. Una voce che ha scatenato in città polemiche a non finire. Ma non è questo il punto. Il Sindaco prende la parola in assise e cala un silenzio tombale di fronte alle sue parole che come un macigno si abbattono sulla politica normanna di oggi e di ieri. Matacena ricorda che sul bilancio del Comune di Aversa gravano ben 120 milioni di residui attivi, cioè di entrate che tante Amministrazioni prima della sua, compresa quella uscente (e della quale facevano parte o erano fan tanti denigratori da strapazzo di oggi), non erano riuscite a riscuotere. 120 milioni di residui attivi che potevano tramutarsi in altrettante opere pubbliche e servizi per i cittadini di Aversa. Di fronte a 120 milioni mai incassati, vi scandalizzate per 110.000 euro che servono per lo staff del Sindaco in un Comune dove, in pratica, non ci sono più dipendenti? Questa è la domanda che si pone Matacena ed alla quale dal banco delle opposizioni non arrivano risposte. Ma alle parole il Sindaco non fa seguire i fatti. Al termine di quel discorso coraggioso getta la spugna e annuncia la presentazione di un suo emendamento per cancellare lo stanziamento di nomina dello staff che pure aveva proposto. E’ un provvedimento solo rimandato – annuncia il Sindaco. Ma quello che è accaduto è chiaro a tutti. I mugugni ed i ricatti arrivati da una buona fetta della sua maggioranza hanno avuto la meglio (ci sono stati anche Consiglieri comunali che hanno avuto il coraggio di presentarsi nella sua stanza poco prima di salire in aula e chiedere il conto per votare) . Matacena si arrende con l’opposizione gaudente per aver centrato l’obiettivo di mettere in difficoltà il primo cittadino.
Appena quattro giorni dopo, l’11 ottobre, va in scena l’altra faccia del Sindaco, quella del capo dell’Amministrazione, dell’uomo forte che detta la linea, senza tentennamenti. Matacena convoca il Segretario comunale Giovanni Schiano per comunicargli che è libero di scegliersi un altro Comune “perché c’è l’esigenza di cambiare per dare una svolta all’ambiente”. Il Segretario ci rimane male perché il Sindaco è arrivato all’ultimo minuto (anche se è nei tempi dettati dalla legge) per la fatidica comunicazione. Non si sarà mostrato un campione di stile il Sindaco di Aversa, ma ha assunto una decisione che lancia un messaggio chiaro sia alla sua parte politica sia alla stessa macchina amministrativa. Francesco Matacena proviene dalla società civile, non ha mai fatto politica attiva, evidentemente ha ancora molto da imparare, ma non ci sta a passare per un Sindaco incolore.
Dopo 72 ore durante le quali ha anche pensato di lasciare ha deciso di andare avanti. Ma si cambia rotta.
di Nicola De Chiara
Nella foto, da sinistra, il segretario Giovanni Schiano, il presidente del Consiglio Innocenti ed il Sindaco Matacena