Ritorniamo sulla “querelle“ riguardante il cambiamento “motu proprio” della data di nascita della città di Aversa ad opera di alcuni studiosi locali. Questa modifica, pubblicizzata in ogni dove, non può in alcun modo essere accettata perché non è mai stata sottoposta ad un regolare “processo di referaggio”. Aversa “nasce” nel 1030. E sottolineo “nasce”. Iniziamo a chiarire perché! Prima di tutto cosa significa “fondare” una città. L’argomento è oltremodo affascinante perché ci porta a esplorare le origini stesse dell’urbanizzazione, per comprendere realmente come si “fondano” le città (l’urbanizzazione è il processo di trasformazione di un’area rurale in un’area urbana, con la creazione di nuove infrastrutture, servizi e attività economiche). Gli urbanisti ritengono che la fondazione di una città sia un processo complesso e multifattoriale, che inizia dalla scelta del sito. Si valuta la geografia del luogo, le risorse naturali, le vie di comunicazione. Poi si passa alla pianificazione urbana con la costruzione di strade ed edifici pubblici. Si costruiscono le infrastrutture come i pozzi per l’acqua e le strutture difensive. Infine ci si occupa del Governo locale, dei luoghi di culto, dei mercati e si incomincia ad attrarre nuovi residenti per creare una comunità.
La fondazione di una città, quindi, non può prescindere dalla scelta di un sito geografico ottimale. I fattori che influenzano questa scelta possono essere vari: la presenza di risorse naturali, come acqua o terre fertili; la posizione strategica, come la vicinanza a una via di comunicazione o a un punto di incontro tra due culture; la difendibilità del sito, come la presenza di un fiume che possa proteggere la città da eventuali attacchi (vedi Clanio). La nostra zona ben si prestava allo scopo. Una volta scelto il sito, il “fondatore” della città doveva creare un progetto urbanistico che tenesse conto delle esigenze dei futuri abitanti. Questo progetto doveva prevedere la pianificazione delle strade, delle piazze e degli edifici pubblici. Doveva anche tener conto delle dimensioni della città, della sua crescita potenziale e della sua relazione con il contesto geografico circostante. La fondazione di una città, poi, non è solo un processo fisico, ma anche un processo sociale e culturale. Il Drengot avrebbe dovuto creare un’identità collettiva che potesse unire i rudi e ricchi Normanni ai poveri villici del luogo e, cosa ancor più difficile, farli sentire parte di una sola comunità. E tutto questo Rainulfo l’ha fatto? E se la risposta è SI, dove viene dimostrato tutto ciò? Ecco perché è necessario distinguere un “fondatore” di una città da uno che ha “conquistato” una zona antropizzata senza una propria identità o, come nel nostro caso, è stato “investito” ufficialmente (in qualità di Conte, da Sergio IV) del compito di occuparsi della suddetta area antropizzata. La differenza è sostanziale e sta tutta nell’intenzione dei protagonisti e nel successivo processo di “fondazione”.
Se un fondatore di una città è colui che crea una nuova entità urbanistica, con un proprio progetto urbanistico, un’identità collettiva e una relazione con il contesto geografico circostante, e un conquistatore è colui che si impadronisce di una zona antropizzata già esistente, senza creare una nuova entità urbanistica, allora, un guerriero/condottiero a cui viene conferito il titolo di Conte di una zona già antropizzata da secoli potrebbe essere definito solo come un “signore feudale” o un “governante locale”, non certo “fondatore”. In questo caso, Rainulfo Drengot non creò una nuova entità urbanistica, ma piuttosto fu incaricato di essere il “dominus” di un’area geografica già antropizzata. In qualità di “dominus” (signore feudale) deteneva il potere e l’autorità sul territorio concesso da Sergio IV. Era responsabile della gestione e dell’amministrazione del territorio, nonché della protezione e della difesa dei suoi abitanti. Rainulfo aveva le qualità per essere un ottimo dominus: era nobile, coraggioso e il suo potere e la sua autorità erano basati sulla sua ricchezza, sulla sua influenza e sulla sua capacità di comando dei guerrieri normanni. Tuttavia, se dovesse essere dimostrato in modo inoppugnabile che Drengot abbia intrapreso azioni significative per trasformare nella città di Aversa i piccoli villaggi e le case sparse preesistenti della zona, con la costruzione di nuove infrastrutture, l’adozione di un chiaro progetto urbanistico e la promozione di un’identità collettiva, allora potremmo considerarlo il “fondatore” della città di Aversa. Per quanto concerne qualsiasi data differente dal 1030 bisogna fare un ragionamento molto più complesso. Ma ce ne occuperemo prossimamente.
di Giuseppe Cristiano