Un incontro urgente con i direttori sanitari dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa, Stefania Fornasier, e dell’Asl di Caserta, Saverio Misso, per discutere del problema per antonomasia: le condizioni del pronto soccorso del presidio ospedaliero normanno. A chiederlo per fare il punto su competenze e carenze di personale i rappresentanti sindacali del nosocomio di Fials Giuseppe Nacchia, Nursing Up Patrizia De Ninno e Nursind Arturo Rippa. Nella nota si sollecita anche “ancora una volta la Direzione Strategica dell’ASL di assegnare nuovo personale da destinare al Moscati di Aversa”.
Alla nota risponde la direttrice dell’ospedale Moscati Stefania Fornasier : “Si ricorda che, più volte, questa Direzione Sanitaria ha formulato richiesta di assegnazione di personale del comparto, 50 Coordinatori delle professioni sanitarie e 20 Operatori socio sanitari, per le carenze che si sono acuite negli ultimi anni, sia in considerazione della fisiologica fine lavoro del personale per quiescenza. che dall’implementazione delle attività chirurgiche. Per il personale in questione, il Pronto Soccorso del Moscati è una delle Unità Operative che, ad oggi, ha l’organico completo, secondo il disciplinare tecnico ‘Metodologia di determinazione del fabbisogno di Personale del Servizio Sanitario regionale’ riguardante il fabbisogno di personale in ambito sanitario. Il primo settembre scorso al Pronto Soccorso è stata assegnata una nuova unità infermieristica, per un totale di 41 coordinatori e 20 Operatori sociosanitari”. Una risposta che non ha soddisfatto i tre sindacati. In particolare, Salvatore Stabile, dirigente della Fials, che ha dichiarato: “La nostra richiesta di incontro non è un capriccio, ma un’esigenza organizzativa. La normativa prevede che in un pronto soccorso un paziente può rimanere un massimo di 48 ore per essere, poi, o trasferito o dimesso. Ad Aversa si registrano degenze in pronto soccorso anche per dieci giorni. Questo significa che gli infermieri che sono destinati al pronto soccorso diventano, di fatto, infermieri di un reparto di degenza, non assicurando l’apporto necessario all’emergenza. Per questo bisogna trovare una soluzione organizzativa”.
“La nostra richiesta di incontro, che abbiamo reiterato e per la quale siamo in attesa di un nuovo riscontro, – ha continuato Stabile – non è un capriccio, come già detto. Inoltre, abbiamo chiesto la presenza anche del Direttore Sanitario Aziendale perché il problema, che va avanti da anni e per il quale necessita una soluzione anche per evitare le aggressioni ai danni degli addetti al pronto soccorso, deve avere una soluzione che non si può trovare ad Aversa”. Non a caso, proprio qualche giorno fa la stessa direttrice sanitaria del nosocomio aversano si è vista costretta, a seguito dell’assenza per malattia di due operatori sociosanitari nelle unità operative complesse di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, stante la non disponibilità del personale di altre unità operative, a spostare un operatore dal reparto di Chirurgia Generale a Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso. “Questo significa – chiosano dal sindacato – che il problema c’è e che la coperta e corta. Si va avanti così da anni e chi ha avuto la sfortuna di doversi servire del pronto soccorso del Moscati di Aversa sa bene di cosa stiamo parlando”. In effetti, il pronto soccorso del presidio ospedaliero normanno, con il suo carico di pazienti che lo pone al secondo posto a livello regionale dopo il reparto omologo del Cardarelli di Napoli, costringe i malcapitati pazienti ad ore di attesa oltre che a turni stressanti gli operatori, molti dei quali fuggono appena ne hanno la possibilità.
di Nicola Rosselli