Ancora un po’ ed è finita, dai. Bisogna riconoscere che stavolta non hanno dato troppo fastidio!”. E’ questo, più o meno, il commento dell’aversano medio sulla campagna elettorale in corso; un commento che non è piacevole, né edificante da riportare, ma è questo in ogni caso: inutile crogiolarsi nell’ipocrisia. Segni dei tempi, non solo aversani? Forse, considerato anche l’abbinamento alle elezioni europee. Ma ci sarà pure qualcosa di buono in questa tornata amministrativa normanna? Certo, sulla trasparenza personale e sulle serie e buone intenzioni del quartetto di candidati a Sindaco crediamo che quasi tutti gli aversani (il sottoscritto in primis) possano mettere la mano sul fuoco.
Non è e non sarà la stessa cosa, probabilmente, per i tanti, troppi candidati a Consigliere comunale, compreso chi stranamente si è tirato fuori dalle liste, ritagliandosi il ruolo di “consigliori”, “caporale di giornata” o “spin doctor all’amatriciana” forse solo perché in attesa di nomine, prebende e incarichi “esterni”. Stiamo parlando, se non si fosse ancora capito, della ormai fatidica “tribù delle braccia conserte”, cioè di quegli imperterriti personaggi che si fanno fotografare sui manifesti con il classico gesto di chiusura ed autodifesa tipico del “boomers” sfegato; un gesto evidentemente e clamorosamente confuso con una fighissima posa da manager decisionista anni ’80 dello scorso secolo.
Che volete farci? Da queste parti c’è perfino chi è “dinosauro dentro” pur essendo nato poco prima o poco dopo l’anno 2000. I più divertenti sono stati quelli che hanno inizato a farsi propaganda da tempo senza nemmeno sapere (né ovviamente riportare) il nome del candidato Sindaco a cui si sarebbero agganciati. Sono proprio loro quei candidati che “nel mezzo del cammin della loro vita” hanno sentito “il bisogno, il dovere e la responsabilità” (sic!) di “restituire qualcosa alla città dalla quale hanno tanto ricevuto” o almeno alcuni di loro così dicono, mentre altri pensano esattamente il contrario, però senza dirlo. Alcuni sono vecchie conoscenze, ritornate alla carica dopo qualche anno sabbatico; altri sono aspiranti “prezzemolini interessati” con un buon praticantato di presenzialismo imbecilluccio anzichenò. E qui almeno arriva una buona notizia perché anche tra i volpacchiotti le “quote rosa” iniziano a farsi rispettare: era infatti del tutto ingiusto ed arrogante che ad Aversa il trasformismo e l’opportunismo fossero appannaggio esclusivo dei soli maschietti patriarcali.
In genere sono quelli e quelle che nel giro di cinque-sei anni sono riusciti a zompare con salto mortale triplo carpiato dal centrosinistra (talvolta estremo) alla destra e viceversa, alcuni con contemporanea stoppata di palla in retromarcia ed avvitamento centrista in avanti. Ma sì, dai, chi se ne frega più della coerenza politica? Ed a proposito: “centrismo” e “moderati” sono ormai diventate le nuove parole magiche. Scusi, lei è “moderato”? No, perché se lei è moderato ha diritto a forti sconti nei locali pubblici e nei supermercati, insieme ad agevolazioni sui prestiti bancari e perfino all’applicazione di una minore aliquota IVA sugli acquisti consistenti. Il top dei top è essere moderati e centristi… perché, si sa, il centro politico è la minestra politica più democratica che ci sia, quella in cui tutti possono inzuppare, destri e destrutti, sinistri e sinistrati, alti e bassi, ricchi e poveri, ciucci e scienziati, perfino onesti e disonesti, ma questo è un altro discorso.
E allora, se così stanno le cose, meglio, molto meglio che la vittoria elettorale arrida ai migliori al primo turno. Perché non osiamo immaginare quale orrendo mercimonio potrebbe verificarsi in caso di ballottaggio; un mercimonio che sarebbe sicuro presagio di ennesima amministrazione di breve durata.
di Mario Francese